L’ex vice sindaco ed ex consigliere comunale di Erchie, Domenico Margheriti, noto ai più come “Domenghini”, ha presentato, per il tramite del suo avvocato Michele Iaia, al Tribunale del Riesame istanza di revoca della misura cautelare cui è sottoposto dallo scorso 4 luglio. Secondo la difesa, non sussistono i presupposti per i domiciliari: né pericolo di reiterazione del reato, né di fuga o d’inquinamento delle prove. Domenghini, indagato insieme con il sindaco Giuseppe Margheriti (e suo avversario alle ultime elezioni amministrative) per corruzione aggravata, nei giorni scorsi ha rassegnato le dimissioni da consigliere comunale. Gli si contesta una mazzetta da 80mila euro – più altri 30mila, per un totale si 110mila – che sarebbe da lui (e dall’allora sindaco) almeno in parte intascata tra il 2012 e il 2014. Secondo l’accusa, la presunta tangente, comune ai due Margheriti, sarebbe stata pattuita nell’ambito dei lavori di urbanizzazione primaria della Zona Pip di Erchie, lavori il cui appalto (importo di oltre un milione di euro) se lo aggiudicò una Srl i cui legali rappresentanti (padre e figlio) sono a loro volta indagati per corruzione. G. e D. Margheriti sono finiti agli arresti (domiciliari) nell’ambito dell’operazione “Impresa”, condotta nei giorni scorsi dalla polizia di Stato, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce. Sia il primo cittadino (di allora e di oggi) che l’ex suo vicario si sono, in fase d’interrogatorio di garanzia, professati innocenti. Il primo, difeso dall’avvocato Raffaele Missere, si è avvalso della facoltà di non rispondere (istanza di revoca al Riesame anche per lui, nel frattempo sospeso dalla carica, in via cautelare, dal prefetto); il secondo, invece, ha ribattuto punto su punto e contestato ogni addebito. L’avvocato Iaia, anche alla luce della condotta collaborativa da lui assunta, ritiene che “Domenghini” possa ritornare in libertà nonostante le indagini a suo carico e un eventuale processo all’orizzonte. Ciò, perché – oggettivamente, a suo dire – non sussisterebbe il minimo rischio che l’ex vice sindaco possa: commettere nuovamente lo stesso delitto; fuggire; inquinare le prove (o, meglio, gli elementi di prova) del reato che gli viene contestato. Starà ora al Riesame stabilire se le tesi delle difese siano condivisibili o meno.
Quattordici nuovi magistrati salentini, cinque del Brindisino: giuramento a Lecce, ecco chi sono
di Eliseo Zanzarelli Sono stati cinque su 14 i nuovi magistrati brindisini, freschi vincitori di concorso, che nella mattinata di ieri hanno giurato fedeltà alla