Tra i protagonisti dell’ultimo, ingarbugliato periodo politico-amministrativo, anche qui un po’ a sorpresa, c’è stata pure lei. La dottoressa Carmela Lopalco, nel 2014 eletta in quota Partito democratico, è stata tirata in ballo nel duro comunicato col quale, nella tarda serata di ieri, il Pd ha preso le distanze da Alternativa popolare. E proprio in Ap, al fianco del capogruppo Giuseppe Cavallo, era transitata nei giorni scorsi Lopalco. Lo aveva fatto in sordina, senza spiegare – perlomeno pubblicamente – le ragioni del suo passo. Oggi, però, ha deciso di uscire allo scoperto e di dire per quale motivo – lo ammette: un po’ impulsivamente, senza premeditazione – se ne sia andata dalla “casa” politica del sindaco Maurizio Bruno: “Non mi riconoscevo più in quel Pd – dichiara – in quanto del Pd di tre anni fa è rimasto soltanto un ideale”.
“Non che non si potessero esprimere liberamente le proprie opinioni e illustrare le proprie idee – prosegue – questo era consentito, solo che poi al momento di prendere le decisioni, le opinioni e le idee che non provenissero dai soliti noti erano puntualmente ignorate, insomma: si era tutti liberi all’interno di una gabbia fatta di scelte preconfezionate che presupponevano soltanto il gesto di alzare la mano e annuire”.
“Ho resistito anche per troppo tempo nella speranza che le cose prima o poi sarebbero cambiate – spiega – ma l’altro giorno ho deciso di accettare l’invito del consigliere Cavallo per poter ancora dare un mio personale contributo alla città: se mi fossi dimessa, dichiarata indipendente o passata all’opposizione, non avrei certamente potuto fare ciò, così ho accettato di continuare a far parte della maggioranza, ma magari in una realtà nella quale la mia voce sarebbe stata degnata di maggiore considerazione”.
Poi continua: “Non è mio costume sputare nel piatto in cui ho mangiato (ovviamente è un modo di dire) e non appartiene al mio stile gettare fango su chicchessia, quindi non lo farò: la mia è stata un’esperienza anche entusiasmante all’inizio, quando si remava tutti nella stessa direzione, decisamente meno appassionante dopo, quando mi sono anche un po’ defilata e non sono stata la sola”.
“In fondo, si pensi ai miei tanti colleghi consiglieri e assessori che in questi anni si sono allontanati dal partito – rammenta – segno che forse qualcosa che non andava effettivamente c’era e che gli attacchi e le frecciatine di questi giorni alla mia persona sono quantomeno fuori luogo e ingiusti”.
“Io mi sento pulita – conclude – e ho una dignità personale, oltre che una reputazione, e proprio non ci sto a vedere calpestati questi due aspetti fondamentali dell’esistenza umana: non sono una traditrice, ma una persona delusa; non sono un’alzatrice di mano, ma una persona pensante; non sono l’ultima ruota del carro, ma una persona che intende fornire il proprio modesto contributo alla causa comune. Ecco, insomma, perché ho deciso di andarmene dal Pd, senza rimorsi e senza rimpianti”.