Tutto in 24 ore: il dissequestro disposto Riesame, il deposito delle motivazioni, la nuova richiesta del Pm e il decreto di risequestro del Gip. In questo caso non si può sicuramente parlare di giustizia lenta: i 14 imprenditori di Francavilla Fontana indagati per una frode fiscale da due milioni di euro hanno nuovamente subito il “congelamento” dei loro beni. I legali rappresentanti delle cooperative edili sono accusati di aver compensato nelle dichiarazioni dei redditi, dal 2012 al 2016, crediti inesistenti grazie al contributo decisivo di una commercialista (indagata a sua volta e finita ai domiciliari). Le indagini sulla presunta frode fiscale sono state condotte dalla guardia di finanza della compagnia di Francavilla Fontana, guidata dal capitano Marcello Putignano.
I difensori Domenico Attanasi, Augusto Orlando, Leonardo Andriulo, Cataldo Montanaro e Stefano Epicoco avevano sostenuto la tesi – condivisa dal collegio del Riesame – per la quale non avrebbe proprio potuto esserci il sequestro “diretto” del profitto del reato nei confronti dei legali rappresentanti delle società implicate, mentre il sequestro “per equivalente” sarebbe stato possibile solo all’esito di una, sia pure sommaria, verifica dell’insufficienza dei patrimoni sociali. Verifica, quest’ultima, della quale non si dava atto nel provvedimento del Gip Paola Liaci su richiesta del sostituto procuratore Valeria Farina Valaori.
Dopo il deposito delle motivazioni del Riesame, quest’ultima ha quindi corretto il tiro e avanzato una “diversa ed ulteriore” richiesta di sequestro preventivo. Quella del 26 aprile 2017, infatti, era limitata al sequestro preventivo di somme e beni intestati e di proprietà degli indagati in quanto persone fisiche, mentre quella del 20 giugno riguarda in via principale il sequestro diretto da carico delle cooperative in quanto persone giuridiche e in via subordinata il sequestro per equivalente. Cosicché, il Gip Paola Liaci ha emesso un nuovo decreto e disposto il “congelamento” di somme, nella disponibilità della commercialista (che durante l’interrogatorio di garanzia, difesa dall’avvocato Cataldo Montanaro, ha ammesso tutto e sottolineato la sua “innegabile negligenza” in buona fede causata, a suo dire, dall’ignoranza della normativa) e dei suoi clienti, che vanno da 50.115,87 euro a 347.319,56 euro. Dissequestro e contestuale risequestro, insomma.
Gli avvocati, intanto, preannunciano battaglia legale. Si ripartirà dal Tribunale del Riesame.