Il deputato Nicola Ciracì (Direzione Italia) ha presentato alla Camera un disegno di legge per istituire un concorso col quale scegliere, di anno in anno, una “Capitale italiana della gastronomia”, come dal 2012 avviene in Spagna (nel 2017 il titolo è toccato a Huelva in Andalusia).
L’idea si propone un duplice obiettivo: da una parte, tutelare le tradizioni culinarie e le tipicità locali; dall’altra, promuovere il turismo gastronomico. Il tutto, anche grazie a uno stanziamento da parte dello Stato, di un milione di euro.
«Com’è per la mia Ceglie Messapica e per altri comuni della provincia di Brindisi – spiega Ciracì – in ogni parte d’Italia esistono realtà con eccellenti tradizioni gastronomiche e cuochi protagonisti, grandi interpreti della stesse, che rappresentano un importante volano per le economie locali anche in termini d’indotto: si pensi, per esempio, alla filiera agricola, a quella dell’artigianato e alla formazione per quanto concerne gli istituti alberghieri».
«Un concorso di questo tipo, simile a quello spagnolo – aggiunge – sarebbe una ghiotta occasione per mettere in vetrina e pubblicizzare le tipicità i prodotti a Km 0, i cuochi, gli chef, i locali, le scuole di cucina, le Dop, le Doc, i Pta di cui molti luoghi del nostro Belpaese possono fregiarsi, per di più in un contesto nazionale di esaltazione del “Made in Italy”».
«Gastronomia, arte culinaria e alimentazione – conclude – costituiscono un patrimonio culturale immateriale che merita di essere salvaguardato e valorizzato il più possibile».
La designazione annuale della “Capitale italiana della gastronomia” avverrebbe ad opera di una giuria qualificata composta da ristoratori e stampa del settore. Nel ddl si fa riferimento anche all’istituzione, nel bilancio dello Stato, di un fondo con una dotazione di un milione di euro, da destinare di volta in volta alla città prescelta.