Sono stati 1.422, alla fine, elettori e simpatizzanti che domenica scorsa, a Francavilla Fontana, hanno deciso di partecipare alle primarie del Partito democratico e di esprimere quindi una preferenza per Michele Emiliano, Andrea Orlando o Matteo Renzi e, ovviamente, per i candidati a loro sostegno. La parte del leone, com’era facile pronosticare, nella Città degli Imperiali l’ha recitata Emiliano, sostenuto in primis dal sindaco ex “renziano della prima ora” Maurizio Bruno ma anche dal suo fido consigliere Giovanni Taurisano: 835 i voti racimolati dalle tre liste collegate al governatore, corrispondenti al 59,95 per cento. Secondo posto per Renzi (399 voti, 28,64 per cento) sostenuto dall’assessore Nicola Cavallo, dal vice capogruppo consiliare Fabio Zecchino e dal consigliere Raffaele Pappadà. Terzo posto per Orlando (159 voti, 11,41 per cento) sostenuto dall’assessore Alessandra Latartara e dal capogruppo Marcello Cafueri. Sono state 23 le schede nulle, 6 quelle bianche (0,2 per cento).
Questi dati sono stati analizzati con favore soprattutto dalle componenti del circolo a sostegno di Emiliano e di Renzi. Si è parlato di grandi risultati e di grande partecipazione popolare e ognuna delle correnti si è dichiarata sin da subito anche a Francavilla pronta a collaborare con le altre per il bene del partito che, dopo l’interregno del dimissionario Cafueri nella gestione della delicata fase congressuale, dovrà poi scegliere un nuovo segretario. Queste primarie nazionali, insomma, hanno anche rappresentato l’occasione per una prova di forza interna proprio in quell’ottica. Con Cafueri che si farà da parte, sarebbero diversi i pretendenti a una poltrona – quella di segretario cittadino – che necessita comunque di un’ampia o almeno consistente convergenza tra le diverse anime. Si candiderà o sarà candidato un giovane, una donna? O finirà per spuntarla un volto noto?
E poi: questi 1.422 voti possono davvero essere considerati uno straordinario successo, la dimostrazione che il Pd e gode a queste latitudini di ottima salute? Secondo i democratici, sì. Secondo gli oppositori un po’ meno. L’analisi del voto è come sempre un’operazione molto soggettiva e influenzata da numerose variabili, ma è un dato di fatto come, almeno in termini di entusiasmo, tanto sia cambiato – tanto dentro quanto fuori dal circolo – dal 2104 a oggi. Su questo si dovrà concentrare la prossima guida politica del partito di maggioranza relativa in Consiglio comunale, poiché le prossime elezioni amministrative non sono, tutto sommato, così lontane neppure se Bruno dovesse giungere a scadenza naturale del suo mandato (2019). Da quella “gloriosa” primavera 2014 sono trascorsi più di mille giorni e ancora tanta parte del programma allora presentato agli elettori è in stand-by, così come le grandi opere pubbliche promesse alla città. Di giorni a disposizione ne restano pressappoco 730 e verrà tra due anni, dunque, il tempo della dichiarazione non dei redditi, ma degli eventuali meriti.