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Antiche consuetudini ritrovate: torna la processione dei Misteri a Oria

Il Cristo Morto e l'Addolorata nella cattedrale, foto Emilio Dell'Aquila
Il Cristo Morto e l’Addolorata nella cattedrale, foto Emilio Dell’Aquila

Come da antica tradizione, questa sera, con inizio alle 20, si snoderà dalla Basilica Cattedrale la storica processione dei Misteri. Un vero gruppo di lavoro, quello coordinato dalla priora dell’Arciconfraternita della Morte, che in queste ultime settimane ha programmato e ridisegnato l’antico rito.

Nella cabina di regia, oltre all’Arciconfraternita, l’Oratorio S.I.N.G., l’Università popolare “Mons. Armando Franco” e la Confraternita del Santissimo Rosario.

“Continua la nostra azione di tutela delle tradizioni legate al venerdì santo – è il commento della priora Gabriella Marsella. Dopo l’ottimo successo che l’organizzazione ha incassato lo scorso anno, abbiamo continuato a rispolverare antichi usi e antiche tradizioni cadute ormai in desuetudine e a dare ordine all’organizzazione. La processione è un atto di fede e di amore”.

Tanti gli antichi riti rispolverati, tanti i simboli ritrovati. Lo scorso anno tornò in processione, dopo decenni di inutilizzo, l’antica croce dell’Arciconfraternita della morte, semplice e maestosa. I simulacri dei Misteri, affidati alle quattro confraternite, furono portati in processione da laici in abito scuro e guanti bianchi. La Madonna Addolorata fu portata a spalla, come da impone la tradizione, da sole donne intonanti antichi canti liturgici.

A ciò si aggiunge, quest’anno, l’antica vela della confraternita della morte che aprirà la processione, unico gonfalone presente in quella che, tradizionalmente, è considerata “processione di lutto”. In processione sarà portato il simulacro in cartapesta dell’Addolorata, antica statua da sempre presente nella processione del Venerdì Santo.

Grazie alla collaborazione del Rione Castello e del Rione Giudea saranno accesi due fuochi lungo il percorso seguito dal corteo, mentre anticamente i fuochi accesi in città erano decine, e uno al rientro della processione, in piazza Giovanni Paolo II (cattedrale), all’interno del quale saranno bruciate le corone dei confratelli.

Per la prima volta, unica innovazione nel rispetto della trazione, sarà portato in processione un crocifisso antico preveniente dalla Parrocchia di san Domenico. L’andamento della processione sarà ritmato dal suono delle troccole mentre la sua gestione sarà affidata a cinque confratelli cerimonieri.

Il simulacro del Cristo Morto sarà portato a spalla, fino in piazza Manfredi, dai parroci della città. Qui ci sarà la sosta per il panegirico e la benedizione con la reliquia della croce. Le vie che ospiteranno il passaggio della processione saranno illuminate da centinaia di padelle romane e candele, un piccolo segno in supporto della meditazione e del silenzio.

“Siamo contenti – conclude Marsella – per il bel gruppo di lavoro che si è creato, gruppo che ha posto in questo anno le basi e che continuerà a supportare le attività dell’Arciconfraternita. Voglio personalmente ringraziare tutti i priori e tutte le confraternite oritane, don Raffaele Giuliano e tutti i Sacerdoti di Oria, il presidente dell’Oratorio S.I.N.G., dell’Unitré oritana, i priori ed Massimo Carone. Sono certa sarà un bel momento di riflessione e preghiera, di silenzio e meditazione”.

La processione terminerà, all’interno della Basilica Cattedrale, con la benedizione della Croce.

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