Erano accusati di aver simulato l’esistenza di una malattia per impedire il perfezionarsi del licenziamento intimatogli dal titolare di un noto resort sito in contrada Pignata-Sarzano, a Fasano, dove componevano l’intero staff di cucina.
Sono invece stati assolti con la formula del “perché il fatto non sussiste” quattro dei cinque imputati (per un altro di loro si procede innanzi ad altro giudice a causa di un originario difetto di notifica) che nel 2014 erano stati rinviati a giudizio innanzi al Tribunale monocratico di Brindisi.
All’esito dell’istruttoria dibattimentale il Pm aveva chiesto la condanna di tutti e quattro i dipendenti dell’albergo “Casale del Murgese” alla pena di un anno di reclusione.
Il giudice Francesco Cacucci, invece, ha aderito alle richieste del collegio difensivo (composto dagli avvocati Domenico Attanasi, Angelo Prete, Ester Sergi e Antonio Maglie) e ha ritenuto del tutto insussistente l’ipotesi di reato contestata agli imputati mandandoli assolti con la formula più ampia.
Le motivazioni saranno rese note entro 90 giorni. Allora si saprà se avrà prevalso l’una o l’altra tesi difensiva: che quella tipologia di reato – falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico – non potesse essere contestata; che i quattro fossero effettivamente ammalati.