Il modus operandi fu lo stesso. La vittima, ossia un dipendente della ditta Distante Surl di Francavilla Fontana, che opera nel settore dell’intrattenimento elettronico, anche. E, allora, ecco che la pista si fa calda e il cerchio si stringe attorno al misterioso basista che, secondo gli investigatori della compagnia dei carabinieri di Francavilla Fontana, potrebbe aver organizzato e preparato sia la rapina dello scorso 23 gennaio, in cui morì il 38enne di Conversano Gaetano Fiorile, sia quella del 30 aprile 2014, quando quello stesso addetto alle riscossioni finì nel mirino di un’altra banda armata.
Troppe le similitudini tra i due casi. Nel primo, quello del 2014, i banditi, a bordo di una Fiat Punto, bloccarono l’auto dell’impiegato all’ingresso di via Braida. Fuggirono via con un bottino di circa 100mila euro, tra assegni e contanti. Quasi tre anni dopo, lo scorso 23 gennaio, il medesimo impiegato viene intercettato in via Settembrini, praticamente a 200 metri di distanza dal precedente luogo del delitto, e minacciato con un fucile. Il bottino ammonta in questo caso a circa 30mila euro. Quindi la sfortunata fuga, con la morte di Fiorile, forse il capo banda, causata da un colpo di fucile, e l’arresto del 23enne Roberto Fantasia e del 30enne Pasquale Giannoccaro, accusati anche dell’omicidio del complice, una settimana dopo. Infine, l’arresto del 34enne Rocco Murro, anch’egli di Conversano, ritenuto l’autista della banda.
Al quartetto del Barese, secondo gli investigatori dell’Arma, coordinati dal pubblico ministero Iolanda Daniela CHimienti, era aggregata almeno un’altra unità. Un presunto basista, con ogni probabilità di Francavilla Fontana, che avrebbe “imbeccato” i banditi e organizzato il colpo. Anzi, i colpi. Perché il dubbio che le due rapine siano in qualche modo legate è forte. Fortissimo. Su questo lavorano i carabinieri al comando del capitano Nicola Maggio, certi di essere vicini alla soluzione del caso e, quindi, all’ultimo tassello di un puzzle che compongono da ormai tre anni.