Si riceve e pubblica:
Il progetto di un campo da golf da realizzarsi a Francavilla Fontana ha ottenuto il parere favorevole della Regione Puglia a condizione che non sia realizzata la prevista struttura alberghiera, e che non sia ampliata, ma solamente recuperata, l’antica masseria.
Trattasi, quindi, di un progetto notevolmente ridimensionato, che, di conseguenza, dovrebbe aver posto la parola fine ad uno dei rilievi di maggior peso presenti all’interno del dibattito sviluppatosi in questi ultimi mesi sull’argomento e cioè il rischio di una cementificazione selvaggia di una parte sostanzialmente vergine dell’agro francavillese.
Pur tuttavia, ad una lettura più attenta, sia dal provvedimento regionale, che da quello conclusivo della Conferenza dei Servizi, emergono illogicità di tale spessore da imporre interrogativi a cui il Sindaco Maurizio Bruno e la maggioranza che lo sostiene non potranno in alcun modo sottrarsi, ad iniziare dalla sostanziale latitanza di quell’interesse pubblico che dovrebbe costituire presupposto per provvedimenti di tal fatta soprattutto quando vengono utilizzate cospicue risorse pubbliche, nel caso in questione ammontanti a 20 milioni di euro.
Ma vi è pure un altro aspetto della vicenda Campo da golf che non convince, ed è quello relativo alla presunta venuta meno del rischio di una cementificazione selvaggia, un rischio che non solo non è stato eliminato, ma che da oggi diventa sempre più reale e concreto per una serie di questioni che col campo da golf si intersecano alla perfezione. Una su tutte.
Nonostante ne avesse fatto questione di credibilità politica, ad oggi l’Amministrazione Bruno non ha ancora portato in Consiglio comunale il Pug. I motivi per i quali tutto ciò non sia ancora avvenuto sono francamente misteriosi e fanno legittimamente pensare alla tutela di interessi sulla cui legittimità, ovviamente, questa opposizione vigilerà nella maniera più accorta possibile.
E’ legittimo ipotizzare che la società che intende realizzare il campo da golf, cogliendo l’occasione dell’approvazione del progetto prima dell’approvazione del Pug, e non dopo, possa utilizzare questo aspetto per ricorrere alla giustizia amministrativa contro lo stesso Pug con fondate speranze di vedere accolte le proprie istanze?
In tal caso la cementificazione diventerebbe una realtà, con una sola non secondaria variante: a consentirla sarebbe stata la giustizia amministrativa, non Bruno e Company, anche se, di conseguenza, in tal caso sarebbero chiarissimi i motivi del ritardo dell’approdo del Pug in consiglio comunale.
Materia di dibattito politico. Ma non solo.
Avv. Euprepio Curto
Coordinatore “Progetto per l’Italia”