L’idea: “E se fossero i privati a costruire lo stadio sui terreni di proprietà del Comune?”
La questione stadio tiene banco da un po’ di tempo a questa parte in quel di Francavilla Fontana anche grazie alle imprese della Virtus di patron Antonio Magrì, protagonista di un campionato di Lega Pro decisamente al di sopra delle aspettative. Il “Giovanni Paolo II” dev’essere adeguato agli standard imposti dalla Federazione, altrimenti i biancazzurri il prossimo anno saranno costretti a disputare in trasferta, quindi lontano dal loro pubblico, anche le partite casalinghe. L’Amministrazione comunale ha stanziato per i lavori al campo circa 750mila euro, che in parte dipenderanno dall’approvazione del bilancio di previsione da parte del Consiglio comunale il prossimo 21 marzo. In ogni caso, come dichiarato nei giorni scorsi dall’assessore ai Lavori pubblici Tommaso Resta, difficilmente gli interventi potranno essere completati per l’avvio della stagione agonistica 2017/2018, ma – nella migliore delle ipotesi – per fine anno, tra novembre e dicembre 2017. Il dibattito tra le forze politiche, i tifosi e i cittadini in genere è apertissimo e in esso si è inserito anche l’ex sindaco e assessore ai Lavori pubblici (ai tempi dell’Amministrazione della Corte) Mimmo Ammaturo, che venerdì scorso 10 marzo ha scritto al sindaco Maurizio Bruno e al presidente della Virtus Magrì. “Oggetto: problematica stadio”.
Dopo aver premesso che “le valutazioni politiche sul bilancio devono rimanere fuori dalla discussione sullo stadio e l’approvazione o no deve derivare dall’esistenza o meno di una maggioranza che il bilancio propone”, Ammaturo entra nel merito e spiega: «Segnalo che oltre quarant’anni fa, io giovanissimo e già amministratore, fu acquistato dal Comune un vasto terreno sulla strada provinciale per Ostuni e in una zona disimpegnata dalla città, per destinarlo a impiantistica sportiva e con particolare riferimento alla costruzione del nuovo stadio».
«Il Programma di fabbricazione – prosegue – approvato in quegli anni, prevedeva la destinazione urbanistica a “impiantistica sportiva” per il suddetto terreno e fu previsto anche un primo finanziamento di 500 milioni poi utilizzato per altre destinazioni negli anni a seguire».
«Oggi sarebbe opportuno – spiega – pensare a quella zona per la costruzione di un nuovo stadio che sia disimpegnato dalla città, direttamente collegato con la superstrada Brindisi-Taranto, con tutti i vantaggi di circolazione e viabilità che ciò comporta ai servizi dello stadio e alla vivibilità della città».
«Allo stato – propone – sarebbe opportuno proporre un project financing su detto suolo, affidando la costruzione ai provati interessati a tale attività: in tal senso credo ci sarebbe certamente l’interesse dei tanti amici imprenditori che già sono impegnati nella gestione della Virtus Francavilla».
Quello dell’ex assessore intende essere un contributo disinteressato o, meglio, nell’interesse della città al confronto – anche a tratti aspro – sull’impianto che già da qualche tempo anima gran parte della Città degli Imperiali.