Grande impresa Virtus, Lecce capolista sconfitto 2-1

virtus lecce

Il fortino resta il fortino. Al Giovanni Paolo II non si passa, e guai a parlare di miracolo. La Virtus Francavilla Calcio qui ha costruito il suo fantastico ruolino di marcia da matricola terribile e tra le mura amiche, anche oggi, ha realizzato la sua ennesima impresa di un’altra stagione da incorniciare, comunque vada a finire. Di fronte c’era la capolista Lecce, mica una squadra qualsiasi.

Il “problema” è che in casa, sospinto dal calore dei tifosi, il Francavilla – squadra maschia e tenace per eccellenza in questo girone C di Lega Pro – gioca e non fa giocare gli avversari. Lotta corpo a corpo, punto su punto, si difende e riparte con veemenza. Come successo oggi. Male il Lecce? Forse. Ma bene, benissimo i biancazzurri, scesi in campo senz’alcun timore reverenziale e incarnando alla perfezione la filosofia del tecnico, quel mister Calabro probabilmente destinato a un meritatissimo salto carpiato di categoria. Neanche il doppio giallo di Alessandro al minuto ’82 è valso a qualcosa. No.

Prezioso al 40′ del primo tempo, Abruzzese al 70′ hanno ricordato a Lepore (marcatura al 43′) e ai lupacchiotti giallorossi che no, da qui, dal fortino del GP II quest’anno proprio non si passa. E ciò vale sia che tu occupi le primissime posizioni in classifica, sia tu navighi nei bassifondi e sia alla ricerca di punti-salvezza.

Chiunque, ieri, avrebbe firmato per un pareggio. Tutti sognavano una grandissima vittoria del “paesello” contro “quelli da Serie A” e che la Serie A l’hanno anche conosciuta. Si sa, a volte, i sogni sono desideri. E la Virtus ultimamente ne realizza parecchi. È una giornata storica, questa. Davide che sconfigge Golia. Dalla mitologia alla storia calcistica per un un borgo con meno di 40mila abitanti, ma con due attributi e delle ambizioni, oltre che un cuore, grandi così.

Ora la classifica recita: Virtus Francavilla 48, Matera e Juve Stabia (impegnata alle 18,30 sul difficilissimo campo del Foggia, che potrebbe superare il Lecce, alle 18,30) 49. Uno scenario impensabile lo scorso settembre.

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