Si è dimesso proprio quando era in corso una raccolta firme tra i consiglieri comunali, di maggioranza e di minoranza, per mandarlo a casa anticipatamente. Michele Saccomanno, sindaco di Torre Santa Susanna, a capo di un’Amministrazione di centrodestra, ha rassegnato le dimissioni questa mattina e, in questo modo, ha giocato a sua volta d’anticipo. Nelle prossime ore – annuncia – fornirà i dettagli della sua decisione. Secondo la normativa, il primo cittadino ha ora 20 giorni di tempo per ritornare sui propri passi e, quindi, per revocare le sue dimissioni.
Nei giorni scorsi, tutti i consiglieri di minoranza più quattro di maggioranza hanno avviato una raccolta di firme per sfiduciarlo e farlo decadere dopo poco più di un anno e mezzo (Saccomanno era stato eletto il 31 maggio 2015) alla guida del suo paese. Si dice che fossero già pronti a ufficializzare le loro dimissioni di massa al cospetto di un notaio.
Stamattina, però, ecco che l’ex senatore e assessore regionale Saccomanno (che tenne per sé le deleghe ai Servizi sociali e alla Sanità) ha bruciato i tempi e ha smosso per primo le acque. Sembra che all’origine dei dissidi in seno all’Amministrazione vi siano richieste da parte di alcune delle forze politiche che la compongono, richieste che hanno dato adito a una crisi che potrebbe essere risolta entro le prossime due decadi.
Ovvio che le dimissioni di Saccomanno teoricamente non stoppano quelle dei consiglieri, i quali – se volessero – potrebbero comunque dimettersi in blocco e, se in numero superiore al 50 per cento dei componenti le assise (9 su 17, sindaco compreso), provocare lo scioglimento del Consiglio e, di conseguenza, degli altri organi amministrativi.