Il nostro opinionista “mascherato” Girolamo Bax, presenza sporadica ma costante negli ultimi anni sullo Strillone, ha deciso di andare in pensione e, per il momento, non c’è stato verso di convincerlo a cambiare idea: è davvero determinato. Continueremo a cercare di farlo tornare sui suoi passi, ma al momento è un po’ sconsolato, sostiene di necessitare di una lunga pausa. Dal canto nostro, ci auguriamo di poter tornare a ospitare quanto prima la sua “voce” fuori dal coro, dissacrante e talvolta antipatica, convinti come siamo che anche la critica – anche salace, ma non offensiva – possa contribuire alla crescita di una comunità. Sino ad allora, fino a quando non lo convinceremo – e forse non avverrà mai – non ci resterà che accontentarci dell’amicizia e delle riflessioni de visu del Girolamo in carne e ossa. Ma non sarà esattamente la stessa cosa.
L’ultima di Girolamo Bax
Bravo sindaco Ferretti, mi sei piaciuto. La tua risposta ai consiglieri di opposizione – quelli dello sbandierato Cambiamento – in merito alla Biblioteca Comunale, è bellissima. La tua lettera è scritta così bene che mi sono chiesto: ma non sarai tu Girolamo Bax? Finalmente un sindaco che sa scrivere e che ha una solida preparazione giuridica nonostante non sia un avvocato di professione. Un sindaco che nonostante le feste natalizie e una dovuta presenza in piazza, in prima fila, la notte di San Silvestro era lì a sacrificarsi per la città essendo nota la sua predilezione per il letto la sera presto. Un sindaco che ha trovato anche il tempo per dare una risposta in soli 72 giorni. Coalizione del Cambiamento, per cortesia, fate un po’ di autocritica.
L’unica cosa che mi dispiace è che nonostante cotanto acume, soprattutto giuridico, esposto in un seducente italiano, nonostante cotanta saggezza, nonostante cotanta dedizione alla città e soprattutto a quei cittadini che non lo hanno votato, nonostante tutto ciò, la sola cosa che a me dispiace particolarmente è che tutt’oggi, il Sindaco non abbia ancora trovato una soluzione per 300 ragazzi che non hanno più un luogo dove poter giocare con i loro calciobalilla. Giuro che non capisco come mai un uomo di tale sensibilità giuridica consideri i 300 ragazzi sfrattati come un problema secondario.
Per contro mi chiedo come mai, un’Amministrazione comunale, che fonda il suo operato su così tanta preparazione tecnico-giuridica all’insegna di una visione di lungo periodo che si articola “step by step”, proprio quell’Amministrazione che ha deciso di fare della legalità e della fermezza il fulcro della propria attività amministrativa, non sia intervenuta per tempo anche per piazza Lorch e il mercatino Natalizio.
Mi spiego e premetto che i due promotori dell’iniziativa mi stanno simpatici. La pista di pattinaggio è stata per loro una macchina da soldi che vuol dire contribuire allo sviluppo economico della città; i bambini si sono svagati e non sono entrati nei centri scommesse né sono rimasti attaccati allo schermo dei propri telefonini; durante il mercatino natalizio probabilmente è calata ad Oria la vendita dei “gratta e vinci”; se è vero che il movimento fa bene, grazie al mercatino natalizio si è contribuito all’abbassamento del rischio infarto e diabete perché finalmente gli oritani sono usciti dalle loro case e hanno fatto quattro passi a piedi… Quindi, gli organizzatori hanno avuto senza dubbio dei meriti, sociali e economici (e qui giuro che non sto facendo dell’ironia), ricambiati da un – penso felice – utile d’impresa e la cosa mi fa piacere. Bravi. E fin qui tutto bene.
Purtroppo, essendo stati utilizzati degli spazi pubblici per un‘iniziativa privata, che in qualche modo ha interagito e quindi alterato, seppur temporaneamente, uno status quo, qualche spiegazione e qualche chiarimento, dall’Amministrazione, vanno dati.
Volendo inquadrare giuridicamente il rapporto nato tra i due dinamici imprenditori e l’Amministrazione comunale, con qualche forzatura potremmo dire che si è trattato di un esempio non proprio riuscito di PPP (Partenariato pubblico privato, senza nulla voler spiegare al sindaco-giurista). Non proprio riuscito perché lo strumento (PPP) dovrebbe consentire una cooperazione tra il pubblico e il privato con lo scopo di fornire servizi di interesse pubblico nel rispetto delle più elementari regole di salvaguardia dei beni utilizzati, della sostenibilità ambientale, dello sviluppo del territorio. E, purtroppo, a me pare che proprio così non sia stato, e non penso per colpa dei due imprenditori ai quali probabilmente, facendo altro nella vita, tali sottigliezze giuridiche potrebbero anche essere sfuggite.
Non entro nel merito del se lo si potesse definire “mercatino natalizio”. Diciamo che io sono grandicello e anche un po’ demodé quindi sicuramente mi sbaglio io. Nel mio piccolo, io pensavo che i mercatini natalizi avessero le capannine in legno e non in ferro zincato con i teloni di plastica come alla Fiera Pessima; io pensavo che fossero illuminati con le lucine natalizie e non con i fari a giorno; che vendessero oggetti tendenzialmente natalizi, ma sicuramente non le lavatrici; che si pompasse la musica natalizia e non quella caraibica con annesso dj; che la musica fosse un sottofondo e non qualcosa di assordante da fare ascoltare fin nelle più lontane contrade fino alle 2 della notte… Personalmente ci vedo un po’ di incoerenza soprattutto se concorriamo, con la nostra Bandiera Arancione per essere tra le Top Five Desitnations della Regione Puglia. Incoerenza perché è come se avessimo un ristorante e puntassimo alla Stella Michelin, ma servissimo le nostre prelibatezze nei piatti di plastica.
Comunque, anche qui, mi sbaglierò sicuramente io. Forse però non mi sbaglio del tutto affermando che la prossima volta che si autorizza qualcosa del genere – e l’Amministrazione comunale ha il dovere di concedere l’area pubblica perché le iniziative vanno incoraggiate e stimolate (così come andrebbe incoraggiato e stimolato l’Oratorio Sing) – nel concedere tale area, l’Amministrazione, la prossima volta, forse dovrebbe inserire qualche paletto, in termini giuridici qualche “prescrizione”.
Non sarà infatti sfuggito al sindaco-giurista che l’Amministrazione comunale si è resa partecipe, sicuramente in buona fede, di una serie di piccole distrazioni giuridiche (no, non ho detto reati, ma confido che per un attimo l’ho pensato), per carità molte di esse ambientali, nulla di particolare, ma che la prossima volta, forse sarebbe meglio evitare.
Non sarà sfuggito al sindaco che abbiamo contribuito per due mesi all’inquinamento luminoso. Il sindaco sa benissimo che in materia esistono leggi e regolamenti, sia nazionali che regionali. Non penso che la piazza di Oria, area per altro soggetta a vincolo, la si potesse illuminare a giorno con luci e fari a incandescenza bianca anziché utilizzare led a luce gialla con molti, ma molti meno lumen (unità di misura dell’intensità della luce). Verrebbe quasi da pensare che la luce non l’abbia pagata nessuno, intendendo per nessuno né il Comune né l’organizzazione. Fermo restando che il quesito, come per il gasolio dell’Oratorio, sorge spontaneo. La luce chi l’ha pagata? Non penso ci vogliano 72 giorni per mostrare la copia di una fattura e del relativo bonifico di pagamento.
Non sarà sfuggito al sindaco che in quanto area vincolata, nonostante il carattere temporaneo, si sarebbe dovuto chiedere il permesso alla Soprintendenza competente per installare in Piazza Lorch una tenda così alta da ostruire in buona parte la visiona della Chiesa e del Convento. Non penso che ci vorranno 72 giorni per mostrare la copia dei pareri delle autorità competenti.
Non sarà sfuggito al Sindaco, e non sarebbero stati necessari i rilievi dell’ARPA, per affermare che per circa 30 giorni si è contribuito all’inquinamento acustico superando i limiti consentiti prima e dopo le 22 e in assoluto oltre la mezzanotte, diffondendo a tutto volume musica house e caraibica. Ben venga la notte di Capoanno, soprassediamo su Natale e Santo Stefano, soprassediamo anche sui sabato sera… Ma sempre-sempre, dalle 17 alle 2 della notte forse è stato un po’ eccessivo, il soprassedere.
Non sarà sfuggito al sindaco che la manifestazione è stata un pullulare di cartelloni pubblicitari di varie dimensioni sparsi un po’ ovunque nella piazza. Per carità, siamo pieni di cartelloni pubblicitari abusivi, ma farla sotto il naso dell’Amministrazione comunale, su suolo pubblico vincolato e penalizzando le casse del Comune che tra l’altro ha l’onere di recuperare tali tasse… Salvo ovviamente che il Sindaco, nei prossimi 72 giorni non produca copia delle ricevute di pagamento effettuatati per la pubblicità e l’affissione da parte delle aziende “sponsorizzatrici” della manifestazione.
Non sarà sfuggito al Sindaco che la piazza dopo oltre 60 giorni di occupazione non è più la stessa. Non perché qualcuno abbia rotto qualcosa. Per carità, non sto dicendo questo. Sono sicuro che ci sia un verbale di consegna e di ripresa, sono certo che gli imprenditori abbiano ripristinato e ripulito il tutto. Ribadisco: sarà sicuramente una mia errata impressione, ma a me sembra che la piazza è come se avesse di colpo una velatissima patina di vecchiaia; è come se si fosse usurata più velocemente del solito; forse per eccessivo ed intenso uso? Perché sono venuti troppi turisti o perché non ce ne siamo presi sufficientemente cura?
Sicuramente mi sbaglio io, non mi sbaglio però nel dire che quel prato per la cui protezione non più tardi di sette mesi fa erano state addirittura comprate delle nuove transenne per limitarne l’accesso a bambini e cani affinché non si rovinasse, quel prato oggi è da rifare perché come il sindaco sa, essendo anche un sensibile botanico, i prati non si rovinano se qualcuno li calpesta, i prati si rovinano se qualcuno vi staziona per lungo periodo.
Un esempio di stazionamento e di incuria è giusto di fronte al negozio di materiale elettrico dove sul prato staziona, dall’inizio della manifestazione, un chiancone (grosso masso della tipologia “petra via” ) che nessuno degli organizzatori si è preso la briga di asportare come si può notare a tutt’oggi.
Saluti da Girolamo.
P.S.: Sindaco, lungi dal volerti romperei gli zebedei, io Girolamo mi sono fatto un’idea, cioè che a Oria si applica la politica dei due pesi e delle due misure e, quindi, senza attendere ulteriori 72 giorni, vorrei darti un suggerimento per definire l’affaire Biblioteca-Sing: questione politica. Peccato, al tuo pianto d’insediamento ci avevo creduto. Che ingenuo che sono.!
P.P.S.: Mimino, stai tranquillo, Girolamo con questa ultima lettera va in pensione. In bocca al lupo, Oria!