Rinnovo del Consiglio provinciale, salta l’ipotesi di una lista responsabile e bipartisan

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Dopo l’Epifania, più precisamente l’8 gennaio, ci sarà da rinnovare il Consiglio provinciale di Brindisi. Se fosse andata in porto la riforma costituzionale Renzi-Boschi le Province sarebbero scomparse ma, siccome gli elettori hanno espresso parere sfavorevole, le Province – pur svuotate di risorse più che di competenze – sono rimaste in piedi e, dunque, gli eletti nei Consigli comunali dovranno nuovamente eleggersi tra loro per andare ad affiancare il presidente Maurizio Bruno, che resta comunque in carica (eletto nel 2014, il suo mandato scadrà tra due anni; quello dei consiglieri, invece, salvo decadenze, si rinnova ogni due).

Come ormai noto, a seguito della riforma Delrio, i rappresentanti provinciali – tanto il presidente quanto i 12 consiglieri – non percepiscono né indennità né alcun tipo di rimborso e, soprattutto, hanno poco margine di manovra a causa, appunto, delle conclamate ristrettezze economiche che questi enti, ancora esistenti ma quasi inutili, devono fronteggiare ogni giorno. Si pensi alle difficoltà nel pagare persino gli stipendi dei dipendenti o, in tema di servizi al cittadino, di riparare le strade, risarcire i danni conseguenti a buche sconnessioni, curare il verde pubblico, rifornire di gasolio le scuole superiori sparse nel Brindisino, e via discorrendo. Il rinnovo dell’organo consiliare sarebbe già dovuto avvenire a ottobre, ma poi si è opportunamente deciso di attendere l’esito del referendum e tuto è slittato a dopo le festività natalizie e d’inizio anno.

Le forze politiche hanno nei giorni scorsi tentato di raggiungere un’intesa responsabile per presentare una lista unitaria e bipartisan (centrosinistra/centrodestra) al fine di evitare spargimenti di sangue – si fa per dire – e una campagna elettorale tutto sommato sterile. Secondo le intenzioni originarie, tutti i partiti rappresentati nei vari Consigli dei 20 Comuni brindisini avrebbero in questo modo avuto almeno un proprio esponente alla Provincia. Solo che venerdì scorso è saltata la trattativa e i propositi d unitarietà totale sono andati a farsi benedire. Pd, Ap/Ncd, Fi e Psi andranno avanti insieme e presenteranno un’unica lista, mentre faranno squadra a sé CoR, Noi Centro e Fdi.

Lo confermano in una nota congiunta i segretari provinciali Maurizio Bruno (Pd), Antonio Andrisano (Fi), Ciro Argese (Ap/Ncd) e Domenico Tanzarella (Psi): “Il territorio provinciale brindisino ed in particolare il suo Ente stanno attraversando un periodo di gravi difficoltà con ripercussioni negative, sia sul profilo della gestione e qualità dei servizi, sia con riferimento ai problemi occupazionali. Ed è proprio per questo motivo che, in occasione del rinnovo del Consiglio Provinciale, con grande senso di responsabilità nei confronti dei cittadini brindisini, le Segreterie Provinciali di PD, FI, AP-NCD e PSI si sono tempestivamente attivate per la formazione di unica lista unitaria che raggruppasse le forze politiche presenti sul territorio: obiettivo realistico e doveroso specie in ragione del delicato momento che vivono, in primo luogo, i lavoratori dell’ente. Ciononostante alcune forze politiche hanno inteso venire meno sulla base di meri ed inaccettabili calcoli di parte in una vicenda nella quale a tutti era richiesto un contributo ed una prova di maturità mettendo da parte sterili calcoli politici. Le sottoscritte forze politiche in coerenza con gli impegni assunti e privilegiando una comune assunzione di responsabilità alla luce della delicata situazione in cui versa l’ente hanno ritenuto doveroso procedere alla formazione di una lista congiunta per evitare inutili campagne elettorali e procedere così alla prioritaria salvaguardia degli interessi della Provincia e dei suoi lavoratori”.

Insomma, l’intesa non è stata raggiunta o, meglio, è stata raggiunta solo in parte e, quindi, la campagna elettorale – ancorché limitata ai consiglieri comunali – si farà, eccome. Sebbene, oggi come oggi, per via dei problemi di cui sopra, le poltrone in Provincia comportino più oneri che onori e non si registra, infatti, alcuna particolare corsa alle candidature.

Eliseo Zanzarelli

 

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