Qualche giorno fa Striscia la notizia, oggi Le Iene. Oria nel mirino dei media nazionali per due distinte questioni: prima lo sfratto dell’Oratorio Sing da Montalbano, poi i soldi chiesti indietro dal Comune alla famiglia di Mario De Nuzzo a seguito di una sentenza della Cassazione di quattro anni fa. Circa 500mila euro, non proprio bruscolini.
Soldi che i familiari di Mario – il fratello Antonio e il papà Salvatore – a distanza di così tanti anni, non hanno più in quanto con quella somma, nel frattempo, hanno costruito una cappella nel cimitero, completato casa e curato la madre di Mario che si era ammalata ed è poi, purtroppo deceduta.
Nei mesi scorsi, alcuni amici di Antonio hanno lanciato una petizione popolare per chiedere all’ente di rinunciare alla restituzione, ma le oltre 1.400 firme raccolte non sono servite a granché. Anzi, a nulla. Così, tra ieri e oggi, “Le Iene” sono tornate a occuparsi della questione dopo che nel 2013 erano già state a Oria (salvo poi non aver mandato in onda il servizio). Lo hanno fatto dapprima intervistando il vigile urbano che sparò a Mario, poi in municipio, dove hanno intervistato il vicesindaco Egidio Conte e l’assessore Umberto Peluso, infine a Brindisi, dove hanno intercettato il sindaco Cosimo Ferretti che era fuori per motivi di lavoro.
Il primo cittadino, raggiunto telefonicamente, non si è negato, ma ha assicurato che sarebbe tornato quanto prima per concedere l’intervista chiesta da Giulio Golia e dalla sua troupe, salvo poi essere a sua volta raggiunto. Non si è nascosto, Ferretti, anzi: ha ammesso il suo disagio in qualità di amministratore, ma soprattutto di uomo.
«Quest’amministrazione con quella storia non c’entra nulla – chiarisce, contattato dallo Strillone – ma ciò non significa che siamo rimasti insensibili dinanzi alle richieste pressanti e legittime di centinaia e centinaia di nostri concittadini: in tutto questo tempo, abbiamo chiesto pareri e soluzioni a numerosi esperti a noi vicini e da noi lontani, ma tutti ci hanno risposto che, giunti a questo punto, non si può fare altro che dare seguito alla pronuncia della Cassazione e della Corte dei Conti che, ovviamente, annovera quella cifra tra i crediti del Comune».
Detto ciò, Ferretti aggiunge: «Un conto sono le questioni amministrative, un altro quelle politiche ed è per questo che ho chiesto a Le Iene di indicarmi loro una via alternativa e mi sono impegnato a intraprendere quella strada, purché proposta da una figura qualificata, domattina stesso».
Siccome quel percorso non sembra, al momento, esserci, ipotizza: «Ho anche supposto l’apertura di una colletta tra tutti gli oritani o, perlomeno, tra coloro i quali hanno sottoscritto la petizione: se si dovessero raccogliere dei contributi per aiutare la famiglia De Nuzzo – assicura – sarei il primo a parteciparvi, nel mio piccolo e di tasca mia ma non in qualità di sindaco, perché un conto sono gli aspetti umani e umanitari, un altro quelli amministrativi e legali».
Mario Denuzzo fu ucciso da un colpo di pistola esploso da un vigile urbano l’11 agosto 1991 mentre, con alcuni amici, tentava di scavalcare il muretto di cinta del campo sportivo per assistere gratis al Torneo dei Rioni. L’agente fu condannato a 16 anni per omicidio, mentre il Comune di Oria a risarcire il danno alla famiglia: poco più di 500mila euro. Quattro anni fa, però, la Corte di Cassazione – accolto un ricorso presentato dal Comune nel 2007 – ha stabilito che il vigile agì per conto proprio e non nell’adempimento di un dovere istituzionale e, dunque, i familiari del povero Mario sono stati di fatto “condannati” a restituire al Comune quei soldi.
e.z.