Da queste parti ci era già stato, e se n’era andato da protagonista oltre che da tenente. Qui ci è tornato, da capitano e da comandante del Nucleo investigativo del Reparto operativo presso il comando provinciale di Brindisi. Il rientro a “casa” di Pasquale “Lino” Ferrari da Depressa di Lecce, che subentra al maggiore Mariano Giordano, consentirà al comando provinciale dell’Arma di continuare a viaggiare ad alta velocità: oggi come allora, quando Ferrari era stato alla guida del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Francavilla Fontana. Un Ferrari, il modello sceglietelo voi ma sappiate che corre. Forte coi forti, debole coi deboli, rude coi rudi e mite coi miti, l’ufficiale ha lasciato qui un ottimo ricordo e né i colleghi né, soprattutto, la gente l’hanno mai dimenticato. E tutti, in cuor loro, si sono sempre augurati un suo ritorno. Ed eccolo qui, dopo Foggia, nuovamente nel suo regno, accolto dal calore umano dei suoi vecchi amici, che non hanno mai reciso il legame con lui e non hanno mai smesso di volergli bene. Leccese tifoso sfegatato del Bari, Ferrari non ha mai nascosto il suo amore per Francavilla e per il Francavilla. Bentornato capitano, Pasquale, Lino!
Ferrari, proveniente dall’Ufficio comando del comando provinciale di Foggia, si diceva, rimpiazzerà dopo quattro anni l’ottimo maggiore Giordano. Ex allievo della scuola militare “Nunziatella”, lo scorso 28 settembre ha assunto il comando della compagnia carabinieri di Reggio Calabria.
Giordano, nel suo quadriennio brindisino, ha raggiunto risultati ragguardevoli, tra i quali:
– cattura del latitante TARANTINO Cristian (15.07.2013), avvenuto a Torchiarolo a conclusione di un’articolata attività di indagine, dopo essere stato localizzato presso l’abitazione estiva dei genitori, in un vano ricavato artatamente nel soffitto del bagno; al quale si accedeva tramite una botola a scorrimento posta in corrispondenza del box doccia, ove si era rifugiato nel tentativo di sottrarsi alla cattura; TARANTINO era destinatario di un ordine di carcerazione emesso il 6 marzo 2013 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi, per ricettazione, estorsione, rapina in concorso, lesioni, con pena residua da espiare di anni 3, mesi 9 e giorni 21 di reclusione, oltre a una un’ordinanza di ripristino della custodia cautelare in carcere emessa il 28 febbraio 2013 dal G.I.P. del Tribunale di Lecce, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso, per il quale doveva espiare la pena di anni 5 di reclusione;
– Operazione “Zero” (14.10.2013), condotta in collaborazione con la Squadra Mobile della Questura di Brindisi, il Commissariato di P.S. di Mesagne e il R.O.S. CC di Lecce, conclusa con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Lecce, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, nei confronti di 18 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, nonché di plurimi omicidi e tentati omicidi aggravati dal metodo e dalle finalità mafiosi;
– cattura del latitante SOLITO Gennaro (24.01.2014), avvenuto in Germania, precisamente a Pforzheim vicino Stoccarda; affiliato alla “Sacra Corona Unita” frangia c.d. “mesagnesi” (clan “Vitale–Pasimeni–Vicientino”). era latitante dal maggio 2013 (irreperibile dal 18 giugno) poiché condannato a 14 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, tentata estorsione;
– 31.01.2014, identificazione e arresto di CHIRICO Nicola, autore dell’omicidio di Cosimo SEMERARO, avvenuto il 9 novembre 2007 a Ostuni; operazione resa possibile grazie alla comparazione di alcuni reperti rinvenuti a distanza di anni a casa del CHIRICO durante un sopralluogo eseguito in seguito a una rapina per la quale era ristretto, che consentirono al R.I.S. dei Carabinieri di Roma di estrarre il profilo genetico di uno dei responsabili dell’omicidio, identificato proprio in CHIRICO Nicola;
– Operazione “Pax” (16.12.2014), con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Lecce, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, nei confronti di 12 indagati (9 liberi, di cui 2 donne), ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso (SCU), cessione di stupefacenti e contrabbando di tabacchi lavorati esteri, aggravati dal metodo mafioso;
– Operazione “Do ut des” (10.04.2015), con l’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 14 indagati (ex amministratori del Comune di Cellino San Marco (BR), imprenditori delle province di Brindisi, Bari e Lecce, e un pregiudicato vicino alla Sacra Corona Unita) ritenuti responsabili dei reati di associazione per delinquere, peculato, corruzione, turbata libertà degli incanti e calunnia (l’indagine ha portato alla luce una vera e propria organizzazione criminale, facente capo al Sindaco uscente, che pilotava sistematicamente gli appalti ed i concorsi comunali, in cambio di tangenti). In precedenza, nel mese di aprile 2014, il Consiglio Comunale di Cellino San Marco era stato sciolto con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’Interno, per condizionamento mafioso.