Si riceve e pubblica:
C’è da augurarsi che dopo l’ingloriosa, ma ampiamente prevedibile, frenata sul campo da golf, e la figuraccia (al momento, solo procedurale) sul rondò di Borgo Croce, la traballante Amministrazione Bruno incominci per davvero a riflettere su come si amministra una città, astenendosi da quella sorta di ansia da prestazione che pare sia divenuta la caratteristica dominante di qualche assessore.
Ebbene, il buon esempio potrebbe venire dal sottoporre alla preventiva valutazione della Commissione consiliare competente la proposta avanzata dalla EDILE VISPIN srl, impresa con sede in Napoli, la quale, stando al progetto, intenderebbe realizzare le condizioni per migliorare e integrare i cosiddetti servizi cimiteriali.
Nulla quaestio sull’obiettivo e sulle finalità, se non fosse per alcuni dettagli non proprio insignificanti che ci fanno ritenere doveroso ed opportuno accendere i fari (al momento solo politici!) su un affare che si presenta come milionario.
E sì, milionario, in quanto la EDILE VISPIN non solo si propone di realizzare un tempio di cremazione (vi è da chiedersi se in una città come la nostra se ne avverta la necessità…), nonché di un colombario (termine utilizzato per rappresentare una costruzione funeraria di natura collettiva, e cioè di un luogo di sepoltura diverso da quello rappresentato dalle edicole funerarie, e pertanto in totale contrasto con la cultura della nostra popolazione) a cui andrebbe aggiunta la connessa gestione.
Vediamo quali sono questi dettagli. Il primo è collegato all’eccessivo riserbo che sta accompagnando la proposta. Il che indurrebbe anche il meno scaltro tra i consiglieri comunali a nutrire un qualche legittimo sospetto sulla natura dell’operazione.
In secondo luogo, la storia, e anche la cronaca giudiziaria recente, hanno dimostrato come la finanza di progetto sia tra le procedure a più alto rischio tra quelle adottate dagli Enti Locali. Il perché è presto detto.
Quasi sempre, le Amministrazioni locali non sono nelle condizioni di proporre al proponente le più opportune varianti. In qualche caso, le citate Amministrazioni, per i più diversi motivi, “non vogliono” apportare varianti, e, qualora le apportino, esse sono talmente poco significative da non incidere sensibilmente sulla natura del progetto.
Ne consegue che il proponente è “sempre” favorito in quanto il progetto di fattibilità posto a base di gara è “il loro”.
Conclusivamente. Bruno e company interrompano la procedura, nonostante da loro sia stata già nominata, ovviamente nel silenzio generale, la Commissione di gara. Vengano in Commissione a riferire su tutto, ivi compresi i motivi a ragione dei quali, almeno a loro avviso, da qualche tempo a questa parte Francavilla Fontana è destinataria delle attenzioni di tanti benefattori.
Per quanto ci riguarda, avvertiamo molti dubbi sulla genuinità di queste iniziative. Tocca quindi a chi governa fornirci gli elementi per ricrederci.
Avv. Euprepio Curto, consigliere comunale Progetto per l’Italia