Questa bella storia l’ha raccontata il dottor Saverio Cinieri, direttore dell’Unità operativa complessa di Oncologia e responsabile Breast Unit dell’ospedale Antonio Perrino di Brindisi sulla sua pagina facebook PercontodiSmith:
«La Primavera, l’agenda piena come sempre, tengo il tempo per evitare inutili attese ai pazienti. La prossima è lei: 33 anni e una diagnosi di cancro al seno che pesa come un macigno. È venuta da me e mi ha incollato addosso la responsabilità di un sogno, il suo, quello di diventare moglie.
Da un lato il dramma della malattia, dall’altro la felicità del matrimonio.
La vita, quando si mette di traverso, ci sa proprio fare e mentre immagini mille volte e più come camminerai adagio per raggiungere l’altare, come splenderai di gioia quel giorno, come ti gusterai lo sguardo commosso ed emozionato di quello che sarà di lì a breve tuo marito lei ti mette lo sgambetto e ti sbatte in faccia la prova più dura.
“Non è coraggio se non hai paura”, l’ho sentita da qualche parte e credo sia proprio così, troviamo il coraggio quando la vita ci sfida e non vogliamo piegarci al suo volere, quando abbiamo ancora tanto e di meglio da fare che starcene in un letto a credere che la nostra corsa sia finita proprio non ci va. E a 33 anni di certo non può che essere così, con tutta quella montagna di giorni felici che abbiamo immaginato e che ancora dobbiamo vivere.
Ci ho pensato ancora un po’ guidando verso casa, a giornata finita, tenendomi questi pensieri in sottofondo come quelle canzonette che ti si infilano in testa e non escono più fino a sera, alla fine ho deciso: Lei doveva essere la prima, era giunto il momento di mettere in moto la Dignicap (un macchinario collegato a due caschetti che vanno indossati durante il trattamento chemioterapico e che, attraverso un sistema di raffreddamento, proteggono le cellule dei bulbi piliferi evitando la caduta dei capelli).
Avrebbe fatto la chemio, ma avrebbe anche potuto mettere il velo ed essere la sposa bella e felice che aveva immaginato mille volte nei suoi pensieri.
Abbiamo cominciato le sedute, il mio Staff devo dire è stato grandioso, dagli studi effettuati fino a quel momento la percentuale di successo della Dignicap variava da 0% al 100% con una media del 67%. Su 36 studi il valore medio era stato positivo per circa l’80% delle pazienti. Avevo paura che una forte percentuale di capelli le cadesse comunque e abbiamo monitorato costantemente la situazione.
L’altro giorno mi è arrivata una mail con una foto allegata, vedere il suo viso felice nell’abito da sposa è stato emozionante: “Sono riuscita a realizzare il mio sogno e questo anche grazie a Lei e alla sua èquipe con cui mi ha seguita durante il periodo più buio della mia vita. Non so se vincerò questa guerra, ma sono felice di aver vinto queste battaglie. Le porterò presto i confetti”.
Inutile nascondere la gioia e l’orgoglio per aver contribuito a quel sorriso. Da quel momento la Dignicap non si è più spenta, quei caschetti continuano a custodire capelli e storie altrettanto belle e ci stiamo attivando per poter fare spazio a una sorella gemella».