Qui di seguito, a proposito di impianti di compostaggio al momento in ballo tra Erchie e San Pancrazio, una riflessione di Angelo Camassa (Nova Era) che è sin dal principio contrario alla collocazione in agro di Erchie sia alle esagerazioni della massa:
Se c’è folla, prima o poi c’è follia. Non ho mai seguito la massa, ho le mie idee e il mio modo di vedere le cose. Cerco sempre di seguire loro. Anche quando c’è da mandare a quel paese qualcuno che conta o che potrebbe tornare utile. È anche per questo che ho mandato all’aria tante occasioni nella vita professionale e sociale. Seguo e soddisfo il mio istinto non le mie convenienze o utilità.
Ho dato il mio piccolo contributo alla causa del no a questo mega impianto di compostaggio che si vorrebbe e fare ad Erchie.
L’ho fatto per ragioni di ordine sociale, economico e politico. Sul piano sociale aver voluto nella piccola Erchie una iniziativa così grande ha lo stesso effetto di un elefante in una cristalliera. Basta solo vedere cosa è accaduto in questi mesi tesissimi. L’un contro l’altro armati. Un clima da guerra fredda!
Sul piano economico questo investimento farebbe guadagnare solo gli imprenditori del Nord che sono venuti ad “investire”. A Noi rimane solo la preoccupazione che tutto vada bene. Che tutto venga fatto con cognizione e non ci siano conseguenze su di noi e sui nostri figli. Insomma vivere con l’incubo di andare a dormire per svegliarsi con qualche problema. Problemi che peserebbero solo sulle nostre spalle. Dato che non ci sono ristori (economici, sanitari, ecc) di alcun genere.
Sul piano politico non si doveva procedere come si è proceduto. Questo è stato il grande errore di quest’amministrazione, in particolare del suo massimo rappresentante, cioè il sindaco. Certo anche gli altri consiglieri avrebbero dovuto prestare più attenzione, visto che sei di loro non avevano niente a che fare con un percorso iniziato già il 2 aprile 2014 con la votazione consigliare ad una manifestazione di interesse al progetto.
Andava coinvolto il popolo di Erchie con cui condividere anche e sopratutto lo strumento della convenzione. Su cui il sindaco poteva esercitare una “golden share” (istituito giuridico che da poteri speciali ad un’amministrazione pubblica su imprese private) sull’intero progetto seppur autorizzato da un altro ente. Strumento usato malissimo. Su questo il sindaco farebbe ad ammettere il proprio errore e a non trincerarsi dietro alla sciocchezza della “ininfluenza” della convenzione messa in piedi da un rapporto di “due diligence” affrettato e teleguidato.
Per queste ragioni (così come credo tanti altri) ho firmato quella petizione consegnata ai vari enti ed istituzioni con cui appunto si dichiarava il dissenso e si chiedeva di “rivedere” questa iniziativa.
Oggi, sembra che ci sia chi abbia preso la piega di cercare il sensazionalismo che strappi l’applauso della folla. Insomma la follia comincia a prendere piede.
In questa vicenda non dobbiamo dimenticare la razionalità, il buon senso e la prospettiva. Ricordo che l’impianto di compostaggio è quello “strumento” attraverso cui si può chiudere il ciclo dei rifiuti organici che noi stessi produciamo. Erchie produce circa 1500 tonnellate di Forsu all’anno. Di questo “rifiuto” che ne facciamo? Siamo disposti a farci tutti la compostiera domestica gestendola con i crismi del buon vicinato? Gestire 3000 compostiere (tante sono più o meno le unità abitative a Erchie) non è una cosa semplicissima, problemi possono sorgere se non gestite bene. Comunque sia è una possibile risposta alla domanda. Ci possono essere altre risposte altrettanto fattibili e compatibili con il rispetto dell’ambiente, della salute e dei costi da sopportare (anche questi hanno un peso). Non credo si possa annoverare come una grande vittoria del fronte del No al compostaggio erchiolano l’ipotesi (abbastanza probabile) che ci venga realizzato un impianto di compostaggio a pochi chilometri da noi ma in agro di un altro comune. Come peraltro già accade nella vicina Manduria in località “La Chianca” distante circa 4 km dal limite urbano di Erchie, che anche quest’estate più volte ha fatto sentire la sua presenza. Come potrebbe avvenire per il centro di stoccaggio e trattamento del Forsu (frazione organica) nella vicinissima area industriale di San Pancrazio (qui con l’aggiunta di voler trattare nello stesso sito anche rifiuti pericolosi). Quindi va bene manifestare e dissentire ma in questo caso più che in altri è anche doveroso trovare soluzioni alternative. Dato che il problema c’è lo abbiamo in casa e si chiama rifiuto.
Per questa ragione ancor più forte deve essere la richiesta di un confronto diretto con il massimo responsabile politico regionale in tema di rifiuti, ossia il Presidente Emiliano. Scenda ad Erchie e discutiamo, intanto si prepari e si condivida una proposta.