La sottosegretaria di Stato Dorina Bianchi (ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo) in quota Area popolare è stata ospite ieri mattina ospite del suo stesso partito d’appartenenza a Francavilla Fontana, dove le è stato sottoposto soprattutto un argomento: il recupero dell’ex mercato coperto di piazza Umberto I. Da mission impossible a mission possible. Almeno si spera. A farle da ciceroni c’erano soprattutto il segretario cittadino di Ap, Mimmo Bianco, e gli assessori Anna Ferreri e Luigi Galiano.
«La presenza della nostra sottosegretaria in città – ha commentato il segretario cittadino di Ap Mimmo Bianco – è motivata da un grande obiettivo che ci siamo prefissati: recuperare, appunto, l’ex mercato coperto. Siamo al lavoro per Francavilla sette giorni su sette e 365 giorni l’anno».
Un primo incontro tra l’autorevole esponente del governo e una delegazione locale si è tenuto a Castello Imperiali, dove a Bianchi sono state illustrate la storia di Francavilla e le sue bellezze artistiche, architettoniche e culturali. Dopo la visita allo stesso castello e poi anche alla chiesa madre, alla sottosegretaria sono state mostrate alcune foto di un sopralluogo effettuato nei giorni scorsi proprio all’interno dell’ex mercato coperto. Successivamente, ecco che Bianchi – insieme con tutti gli altri – ha potuto guardare e in parte ammirare coi suoi stessi occhi la struttura e i suoi sotterranei.
Il mercato si trova proprio nel cuore del centro cittadino, in via Regina Elena angolo piazza Umberto I. Come detto, qualche giorno fa vi è stato fatto un sopralluogo la cui documentazione fotografica è stata ieri mostrata alla sottosegretaria, che ha avviato una discussione attorno a un tavolo di lavoro cui hanno preso parte il segretario Bianco, il sindaco Maurizio Bruno, gli assessori Galiano e Ferreri (Ap), l’assessore Tommaso Resta (Pd), e nella sua qualità di tecnico l’architetto Gabriella Verardi, che diversi anni addietro si è occupata dello studio della riqualificazione dell’ex mercato.
Ma la storia del mercato è lunga ed è stata ripercorsa dalla memoria di Sandro Rodia: si tratta di un vero e proprio “reperto” il cui valore non è ascrivibile tanto ad un bene artistico, ma piuttosto identificabile come uno scrigno di memoria cittadina che può raccontarci, a distanza di secoli, “come eravamo”.
Chi erano, anzi, i francavillesi quando costruirono questa struttura, originariamente ipogea, per lavorare e produrre olio in quegli antichi frantoi ancora rintracciabili, che rimandano a un’epoca segnata dal lavoro agricolo e dal legame strettissimo con i beni della nostra terra. Chi erano i francavillesi quando, nella parte superiore, dettero vita a quell’idea, già presente nell’atavica identità di abitanti della Magna Grecia, al mercato cittadino, agorà, ossia piazza, intesa come luogo di incontro e di scambio commerciale. L’immobile originario era scoperto, e solo negli anni ’50 fu dotata di una copertura in cemento armato sul soffitto, perché si riteneva più idonea. «Una trovata rispondente alle usanze architettoniche dell’epoca», ha spiegato Tommaso Resta.
La struttura, che negli anni ha ospitato anche il comando dei vigili urbani, poi trasferito, si presenta divisa in due blocchi: uno centrale e un altro più esterno e laterale, entrambi oggi ridotti in uno stato di decadimento causato da una lunga situazione di abbandono che va avanti da circa vent’anni.
L’amministrazione, si è sottolineato, ha molto a cuore questa realtà: si sta già tentando di reperire fondi per intervenire sulla parte centrale, attraverso la presentazione di un progetto all’interno del bando “Urban Innovative Action”, per ottenere finanziamenti dalla Comunità europea. «Tuttavia, esso non rappresenta una risposta vera all’esigenza di ripristino, in quanto l’esito dell’assegnazione non è così scontato e, soprattutto, non si può dimenticare il resto dello stabile», ha spiegato l’architetto Verardi.
Bisognerebbe puntare, dunque, su di un intervento ministeriale, su fondi statali che si possano investire per un recupero che non è solo urbanistico, ma anche architettonico e turistico. È stata questa la richiesta di aiuto lanciata ieri al sottosegretario, che ha risposto con interesse e disponibilità.
Bianchi ha partecipato attivamente al confronto informandosi su possibili lavori e costi che, secondo l’avvocato Resta, si aggirerebbero attorno ai tre milioni di euro. «L’idea di intervento è quella di non compromettere le strutture ipogee, ma di conservarne una parte limitata per evidenziare le vestigia passate. Il lavoro grosso si concentrerà nella parte superiore, perché tentare un totale risanamento di tutta la zona ipogea comporterebbe una spesa assolutamente impossibile da sostenere. Con l’architetto Verardi si era pensato di eliminare le strutture degli anni ’50 per renderla scoperta, restituendole l’aspetto più antico, testimoniato da una fotografia di fine Ottocento mostrata all’illustre ospite. «Bisogna dunque riportarla al concetto di ‘piazza interna’», ha spiegato Resta.
L’architetto ha confermato la strategia progettuale specificando che l’obiettivo finale è quello di riproporre anche in chiave contemporanea la funzione di luogo di scambio mercantile a forte caratterizzazione autoctona.
L’intenzione è quella di trasformare il blocco esterno in una struttura adibita ad attività commerciali di prodotti locali, recuperando così l’antica funzione di scambio tradizionale. «Questo garantirebbe una doppia valorizzazione – spiegano da Ap – da un lato, riportando in auge le nostre radici cittadine, nella loro essenza di scambio commerciale, realtà su cui Francavilla è nata e si è sviluppata; dall’altro, trattandosi di commercio locale, si darebbe un forte incentivo in termini di attrattiva e turismo alla produzione nostrana, valorizzando gli straordinari prodotto tipici locali.
Nel corso dell’intera mattinata è stato forte il sentore di un clima di sinergia tra tutti i presenti, che alla fine hanno di comune accordo deciso di effettuare sul momento un ulteriore sopralluogo nonostante le condizioni della struttura siano alquanto precarie. La sottosegretaria si è trattenuta per lungo tempo all’interno del mercato, e ha toccato con mano lo stato di degrado ma anche l’alto potenziale garantito.
Compiuti i primi passi nell’analisi della struttura, bisogna attendere ora risposte più precise nei prossimi giorni: «Lavoreremo affinché questa bella zona del centro possa essere recuperata grazie all’impegno del governo tramite il Sottosegretario di Area popolare, e speriamo di cogliere l’obiettivo», ha affermato Mimmo Bianco. «Sì, insieme» ha assicurato, infine, Bianchi.
Ilaria Altavilla