Campo da golf, imprenditori e progettisti: «Non sarà dannoso ma creerà sviluppo»

14355572_1299624193417135_8784071171669725675_nSi è aperta con un hashtag la conferenza stampa indetta ieri pomeriggio (22 settembre) nella Sala del Lampadario di Castello Imperiali, poco prima che cominciasse il Consiglio comunale, dagli ideatori del progetto “Altosalento Golf Club”: #unagrandeopportunità. L’intento degli organizzatori è stato chiaro sin dalle prime battute: far comprendere ai cittadini il (loro) punto di vista tecnico e imprenditoriale, i vantaggi e le prospettive, ma soprattutto sicurezza e rispetto, di normative e territorio, entro cui si muoverebbe la realizzazione dell’impianto. In primis sono stati, appunto, enunciati il rispetto del territorio e la sua valorizzazione: si è fatta portavoce di questi aspetti l’architetto Caterina Cavallo, che ha presentato i 12 ettari da “manipolare” oltre agli altri quattro della cosiddetta fascia di rispetto.

14354974_1299624143417140_8564989454133462306_nL’architetto non ha fatto giri di parole: l’intervento umano sull’ambiente – ha assicurato – avrà un impatto del 16 per cento e gli ulivi secolari, così come i tanto discussi muretti a secco, saranno parte integrante del percorso di gioco. A conti fatti, sempre a suo dire, i movimenti di terra saranno pochi e l’impianto d’irrigazione, uno dei punti focali della discussione e su cui sono tornati spesso anche gli altri professionisti, sarà ridotto al solo campo, che risulterebbe avere “una funzione potenzialmente positiva nella protezione e nella valorizzazione dell’ambiente”.

L’ingegnere Salvatore Vernole ha parlato di compatibilità idrogeologica e idraulica e sostenuto che tutti gli studi sono stati improntati alla “sicurezza idraulica”, vista l’aderenza alle norme sull’assetto idrogeologico della Puglia. Ha descritto l’analisi compiuta, a partire dalla cartografia idrogeologica del territorio e dei modelli bidimensionali utilizzati per programmare preventivamente gli interventi di sicurezza.

Sullo schermo sono state proiettate le foto scattate durante i numerosi sopralluoghi presso la masseria “Carlo di Noi”, situata sulla strada che collega Francavilla Fontana a Ceglie.

L’agromomo Clemente Magliola, responsabile della questione dell’impianto e dell’espianto degli olivi presenti, ha evidenziato come “le piante ora sono trascurate, il suolo è povero”, e presentato la nuova collocazione che troveranno i 150 mandorli, i 50 olivi, e i 2 olivi secolari presenti. “Ogni decisione rispetterà le linee guida regionali, ed anche il Bollettino Ufficiale della Regione Puglia”, ha garantito.

L’ingegnere Angelo Notaro ha provato a rimettere in ordine tutte le idee e a fornire una visione più ampia sulla progettazione generale.

“Gli interventi – ha spiegato – saranno sostanzialmente due: uno riguarderà la ristrutturazione della masseria esistente, l’altro il lavoro da compiere sulla parte esterna, quella che ospiterà i servizi: si agirà combinando una ristrutturazione e una nuova costruzione, che in ogni caso rispetterà la tipologia edilizia del blocco esistente”.

“Voglio esprimere il mio apprezzamento personale per l’iniziativa del geometra Cavallo”, ha esordito il professor Vitantonio Vitone, docente universitario a Bari. Le sue parole erano rivolte alle gente comune, cui ha chiesto di superare i pregiudizi ed i preconcetti.

“L’imprenditoria non è nemica della gente”, ha detto, per poi aggiungere a proposito delle esternazioni del manager Flavio Briatore in merito alla presunta necessità per la Puglia di dotarsi di strutture a misura di ricchi: “Suggerimenti estremamente validi, i suoi, anche per via delle possibilità di lavoro che ne potrebbero derivare per i giovani”.

Poi ancora approfondimenti dell’ingegnere Raffaele Rizzo sulla progettazione dell’impianto fotovoltaico e solare-termico, del quale ha menzionato i potenziali benefici per l’ambiente e il risparmio energetico, come quello derivante dalla copertura del fabbisogno di acqua calda in inverno grazie all’impianto solare progettato che si attesterebbe sul 51,8 per cento, tanto per citarne uno. L’ingegnere Vitone ha garantito, per quanto riguarda l’impiego di fonti idriche alternative, e per il risparmio e la depurazione delle acque: “Il giorno in cui quest’opera sarà realizzata tutti trarremo giovamento”.

Si è poi lasciato spazio alle immagini dei numerosi progetti di campi da golf realizzati nel resto della penisola dall’architetto Vincenzo Mezzacane e da suo padre David, presidente dell’Associazione Italiana Architetti Campi da Golf.

“La costante che lega tutti questi progetti – è stato detto – per quanto ogni progetto sia diverso e unico, è il legame che li unisce al loro contesto naturale. Quest’ultimo – ancora – suggerisce lo svolgimento del primo, pur tenendo conto che il campo da golf deve pur sempre rispettare le regole del gioco”. Poi si è tornati sulla questione calda dell’irrigazione: “Sicuramente è uno degli aspetti più importanti, ma ormai gli attuali impianti di irrigazione sono talmente complessi da permettere un risparmio che dimezza i consumi degli impianti più vecchi”.

Sul tavolo della discussione il grande protagonista è stato il binomio golf e turismo, con la prospettazione di dati incoraggianti: “Il golf turistico non subisce crisi. In Europa viene garantito un flusso di denaro pari a quattro miliardi di euro. La riprova è il fatto che tra gli eventi sportivi più seguiti i campionati mondiali di golf siano sul podio, terzi solo alle Olimpiadi e ai Mondiali di calcio”. In un progetto come questo, se ben gestito, potrebbero realizzarsi 30 mila presenze all’anno – sostengono dalla parte proponente.

L’imprenditore Cavallo ha congedato, infine, i presenti, con uno sfogo: “Le associazioni ci contrastano forse in buona fede, ma non si rendono conto dei possibili benefici”. Poi si è rivolto a “certi assessori” e ha chiesto loro di studiare attentamente i presupposti del suo progetto prima di lasciarsi andare a considerazioni avventate.

“Non si spiega tanta opposizione – ha aggiunto – considerando i finanziamenti in ballo che potrebbero provenire anche dal Comune e dal Coni, oltre alla prospettiva del business che si potrebbe generare, della possibilità di lavoro per 47 persone, e dai 20 milioni messi in moto dal progetto.

“Chiediamo solo di fare in fretta”, ha concluso uno speranzoso Cavallo, delegato nell’occasione dall’impresa “Cavallo Francesco e Figlio Srl”.

Ilaria Altavilla

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