C’è anche un uomo del Brindisino tra le persone loro malgrado coinvolte nel caso Tiziana Cantone. Come noto, la 30enne di Casalnuovo di Napoli nei giorni scorsi si è tolta la vita dopo che l’anno passato alcuni suoi video porno amatoriali, girati per gioco col suo consenso, erano finiti online.
Il brindisino C.R. – queste le sue iniziali – era fra coloro ai quali, nell’aprile 2015, la donna aveva inviato i filmati, così com’è scritto nella denuncia formalizzata in Procura nel mese di maggio. Oltre a lui, anche due fratelli emiliani – A.I. ed E.I. – e un altro: A.V. Uno di loro su Facebook era semplicemente “Luca Luke”.
I quattro sono indagati per diffamazione, mentre proprio la Procura – in seguito alla morte di Tiziana – ha aperto un altro fascicolo, al momento a carico di ignoti, per istigazione al suicidio e valuta se si possa procedere anche per violazione della privacy e stalking.
Dopo che le immagini erano finite in Rete ed erano diventati virali, Tiziana si era vista completamente stravolta l’esistenza: la gente la riconosceva in strada e la scherniva, gli amici e le amiche erano scomparsi. Al suo fianco era rimasto soltanto il fidanzato dell’epoca, che l’aveva aiutata anche a sostenere le spese legali conseguenza della sua battaglia per far sparire dal Web tutto il materiale che la riguardava (ma anche la posizione del suo ex e il suo coinvolgimento nella storia è ora al vaglio degli inquirenti).
Un’impresa riuscitale solo in parte, quella di far cancellare le sue tracce da internet. Così, nel dicembre 2015 ecco il primo tentativo di suicidarsi, ingerendo barbiturici, fermato appena in tempo. Poi un secondo, gettandosi da un balcone. Infine, il terzo e ultimo, per impiccagione con un foulard azzurro nello scantinato della casa di una sua zia a Mugnano, dove si era trasferita dopo aver girato in lungo e in largo cercando di nascondersi e di cambiare identità. Al di là dei tecnicismi, non si esclude possa essersi trattato proprio di un femminicidio, per quanto indiretto.
