Si riceve e pubblica:
L’ordinanza con la quale, in coincidenza con lo svolgimento della Festa Patronale, è stata disposta la sospensione delle autorizzazioni delle occupazioni del suolo pubblico, presta al fianco a legittime critiche e a inquietanti ipotesi.
Le prime sono legate alle singolari motivazioni con cui si è cercato di giustificare la decisione: ovvero, scongiurare eventuali comportamenti non decorosi, come se il maleducato, l’irresponsabile e l’incivile sono tali se possono contare su un comodo tavolino, in mancanza del quale diventano l’esatto contrario.
Altrettanto insostenibile appare l’accostamento con la processione del venerdì Santo se sol si considera che questa impegna l’area interessata per molte ore, al contrario di ciò che avviene nel corso della Festa Patronale.
Sicuramente dovuta, ma altrettanto certamente irridente appare il richiamo alla possibilità di adire gli organi della giustizia amministrativa (il Tar) entro i 60 giorni successivi al provvedimento, e il presidente della Repubblica entro i 120 giorni.
Andando per gradi, abbastanza inconsueta appare poi la data dell’ordinanza: 12 settembre 2016, ovverosia a poche ore dalla sua entrata in vigore, fatto che certamente ha danneggiato, e non di poco!, l’organizzazione dei diversi esercizi pubblici.
Ma tutto ciò diventerebbe molto drammaticamente inquietante ove dovesse trovare credito una voce ormai molto diffusa negli ambienti cittadini secondo la quale l’ordinanza prodotta in limine mortis costituirebbe la naturale conseguenza punitiva nei confronti di alcuni esercenti esercizi pubblici responsabili di avere opposto un deciso e fermo diniego alle richieste di contribuire con “spontanee offerte” alla buona riuscita della festa.
Una ipotesi che nell’interesse di tutti appare opportuno verificare al più presto!
Avv. Euprepio Curto
Consigliere comunale “Progetto per l’Italia”