La scelta del nome di un bambino è generalmente legata alla simpatia che suscita istintivamente, o all’affetto verso un parente stretto che si vuole ricordare. In alcune tradizioni locali ancora persiste l’abitudine di dare al primogenito, o primogenita, il nome del nonno o della nonna paterna, e al secondogenito/a quelli dei nonni materni, dal terzo in poi la scelta è libera. Oggi sono finite nel dimenticatoio molte delle vecchie tradizioni, mal comprese e considerate inutili, mentre sembrano riprendere piede altre usanze abbandonate.
Il significato dei nomi
Il nome non è solo un suono. Ha una radice, un’origine e anche un suo significato. Tornato di moda da qualche anno, il significato del nome è oggetto di studio di numerosi filologi, e la ricerca sconfina a ben diritto nella semantica. Fior di scrittori si sono occupati del significato intrinseco di ciascun nome, risalendo alle origini, rivelando il contenuto originario, affiancando a ciascuno la sua storia e i suoi riferimenti, a volte mitici. Ma, senza voler andare lontano, basterà una ricerca accurata tra i numerosi siti web che parlano dell’argomento per avere le idee chiare su quale sia il vero significato dei nomi tra i quali scegliere quello del bambino.
Nomen omen: nel nome il destino
Gli antichi attribuivano un nome a tutte le cose considerandolo un privilegio concesso all’uomo dagli dei. I Greci, ad esempio, pensavano che l’attribuzione di un nome ad un fanciullo ne condizionasse il destino, o, quanto meno, glielo propiziasse, mentre nella cultura egizia cancellarlo significava condannarne il possessore alla sventura. Oggi sono molte le famiglie che scelgono un nome ispirandosi alla mitologia, ma non solo: alla ricerca del suo significato, i genitori, molto probabilmente inconsciamente, agiscono in maniera analoga agli antichi greci, perché cercano di dare al proprio figlio/figlia un nome che sia di buon augurio, al di là del fatto che il santo che lo rappresenta gli sia comunque da guida.
Arti nel nome
Un’altra usanza, ormai dimenticata, classica nelle famiglie artigiane del Medioevo, era attribuire al bambino un nome solo dopo che avesse acquistato l’abitudine al contatto con gli oggetti. Si aspettava che fosse in grado almeno di gattonare e di riconoscere le cose, e poi lo si circondava di vari arnesi e attrezzi. In una fase della crescita in cui l’intuito è dominante, non essendo ancora condizionato dall’educazione e dalla società, il bambino si dirigeva deciso verso lo strumento che più lo attirava e che diventava il segno di cosa sarebbe diventato in futuro, un falegname piuttosto che un contadino. A quel punto si sceglieva per lui il nome del santo che proteggeva quella categoria e quel mestiere.