La sgradevole e insulsa reazione del sindaco Maurizio Bruno alla legittima e pertinente critica fatta da Gianni Capuano, consigliere comunale e presidente della Commissione Urbanistica, ad un post con cui l’ineffabile primo cittadino faceva facile ironia sull’ultima perla della sua Amministrazione – la rotatoria di Borgo Croce –, utilizzando con scarso rispetto l’immagine di un nostro concittadino, conferma, ove ve ne fosse ancora bisogno, la totale inidoneità di Bruno a rivestire il ruolo che attualmente ricopre.A dire il vero, molti di noi pensavano che dopo il turpiloquio di cui il sindaco si era reso protagonista nel corso di un incontro tenuto in sede istituzionale (!) con i commercianti ostili alla chiusura di via Roma, questi avrebbe preso contezza che il ruolo di sindaco impone atteggiamenti, comportamenti, modelli d’interpretazione delle regole, e, soprattutto, uno stile, che eufemisticamente potremmo definire “almeno un po’” diverso da quello con cui sino a quel momento si era molto negativamente distinto.
Invece no! Bruno ha replicato a Capuano con epiteti di una volgarità inusitata, di cui fino ad oggi non c’era mai stata traccia nella storia dei pur durissimi confronti politici di Francavilla Fontana. Con ciò confermando che se è vero che l’ignoranza costituisce sempre un fattore di gravità assoluta, quando questa (l’ignoranza) è abbinata all’arroganza, la miscela che ne vien fuori è di tale fetore da renderla intollerabile.
Oggi, pertanto, molto più di ieri, si pone il problema del “Che Fare” per mandare via Bruno. A dire il vero qualcuno pensa che quel giorno potrebbe essere molto più vicino di quanto non si ritenga, in quanto, ove si dovesse tornare al voto politico entro pochi mesi, questi potrebbe lasciare Palazzo Imperiali per un seggio in quel di Montecitorio, magari realizzando una staffetta con chi sbava per un posto al sole sin dalla culla.
E’ pur vero che, come già detto sui social network, “gli ultimi ad illudersi di poter realizzare una staffetta (politica) vincente furono Bettino Craxi e Claudio Martelli… e Dio solo sa come andò a finire…”, ma, almeno per quanto mi riguarda, non è in tal modo che bisognerebbe semmai liberarsi di Bruno.
L’attuale sindaco deve andare via con uno sforzo congiunto di tutte quelle forze politiche (peraltro molto rinnovate) che per molti anni ebbero a guidare la città degli Imperiali. Uno sforzo che in questo particolare momento storico può apparire troppo difficile da sostenere, ma che di certo potrà essere valutato come molto più lieve se proprio da quelle forze politiche dovesse partire l’iniziativa della individuazione delle regole attraverso cui individuare il futuro candidato sindaco. Una iniziativa politica forte e urgente, che, d’altronde, non può che essere supportata da due considerazioni: la prima è che oggi a Francavilla nessuno è in condizioni di imporre nulla a nessuno. Che tale situazione costituisca un bene o un male non è dato sapere. Ma quel che è certo è che è un dato indiscutibile da cui non si può prescindere, motivo per cui pensare di risolvere il problema della scelta del candidato sindaco con azioni di forza sarebbe deleterio, devastante e quindi perdente.
La seconda è legata ad un altro dato, anch’esso oggettivo: nell’area politica a cui intendo riferirmi e rivolgermi vi sono più potenziali candidati sindaci, tutti legittimamente interessati a giocarsi quella esaltante partita e a vincerla.
Una situazione completamente diversa da quella di molti anni fa (fatto salvo il periodo Della Corte) caratterizzata, al contrario, da poche e non esaltanti disponibilità.
Conclusivamente. In questi giorni ho avuto modo di ascoltare molti commenti riferiti alle responsabilità di chi determinò la polverizzazione di quel fortissimo gruppo politico che fece le fortune di Alleanza Nazionale e, all’indomani dello scioglimento di An, per una breve stagione, della stessa Udc.
Tutti hanno concordato sul fatto che, ove non fosse stato traumaticamente sciolto, da quel gruppo, magari ulteriormente ampliato, sarebbe scaturita non solo la guida di Francavilla ma anche della provincia di Brindisi.
All’epoca rimasero inascoltati i miei appelli alla lucidità e all’analisi politica, salvo riconoscerne solo oggi la fondatezza.
Sarò ancora più chiaro! Personalmente non intendo assumere alcun ruolo. E, peraltro, nella mia lunghissima attività politica di ruoli prestigiosi ne ho ricoperti a sufficienza. Ma proprio per questo motivo avverto il dovere, insieme a chi lo riterrà, di cercare di smuovere quella che è sempre stata la mia area politica di riferimento dall’impasse in cui attualmente trovasi. Uno sforzo finalizzato ad un preciso obiettivo: via Bruno! Un obiettivo che con la toponomastica non c’entra nulla
Avv. Euprepio Curto
Consigliere comunale “Progetto per l’Italia”