Sul luogo dell’incendio a Chidro: tra sospetti, rabbia e un caldo torrido

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In fondo alla stradina laterale, proprio di fronte alla foce del fiume Chidro, a San Pietro in Bevagna (Manduria), tre carcasse d’auto: non si capisce neanche più di che colore fossero. Un incendio, divampato nel primo pomeriggio di oggi (10 luglio) le ha letteralmente distrutte. Tutt’intorno, quel che è rimasto della macchia mediterranea e, soprattutto, una folla che ancora si chiede: perché? Cos’è successo di preciso, starà ora ai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile dei carabinieri della compagnia di Manduria stabilirlo. A loro l’arduo compito di dire se il rogo abbia avuto origine accidentale (tipo un mozzicone di sigaretta gettato imprudentemente tra i canneti e le sterpaglie) piuttosto che dolosa. I vigli del fuoco del locale distaccamento non hanno trovato tracce che possano ricondurre al gesto di un incendiario, di un piromane o, perlomeno, coscientemente volontario. I proprietari di quelle tre “furono” auto (una Fiat 500, una Peugeot 205 e una Lancia Y) sono comprensibilmente disperati: com’è stato possibile?, si chiedono e chiedono alle forze dell’ordine. Alcuni tra loro non sanno neanche come tornarsene a casa, in provincia di Bari.

In una delle utilitarie pare ci fosse anche un borsello contenente dei soldi: circa 150 euro letteralmente andati in fumo come neanche alla Borsa quando scoppia una bolla finanziaria. Sarebbero serviti per godersi la gita fuori porta, questo scampolo di vacanza e, in definitiva, per cenare questa sera. Non se ne farà più nulla. Quando si godevano il sole e le acque cristalline del Mar Ionio, qualcuno o qualcosa ha giocato contro di loro, forse soltanto il destino beffardo. A loro adesso piacerebbe sapere con certezza chi o cosa, soltanto – si fa per dire – questo. E, in preda alla comprensibile rabbia, accampano ipotesi e sospetti. Dov’è finito il parcheggiatore (abusivo) che era sul posto quando sono arrivati? Possibile che nessuno abbia notato nulla e che, all’arrivo di protezione civile e vigili del fuoco, non ci fosse davvero più nulla da fare? Di chi era il compito di tenere pulita e dunque meno combustibile quell’area?

Ma, mentre protestavano con i militari, qualcuno ha fatto loro notare che stavano rischiando di beccarsi una denuncia e forse anche una multa perché – a quanto pare – nonostante il nastro rosso e bianco (messo da chi?) in quel posto tutti parcheggiano ma in realtà non vi si potrebbe affatto parcheggiare. Alla fine, comunque, gli animi – per quanto possibile – si sono calmati ed è prevalso il buonsenso.

L’ira e le incognite restano però ancora presenti e forti, e il paradosso di una giornata spensierata divenuta all’improvviso disperata sta un po’ tutta nel pianto isterico di una ragazza che non può sfogarsi neppure fumandosi una sigaretta: “Chi mi presta cinque euro? Avevo i soldi in macchina e non ho più né i soldi né la macchina…”

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