Tari, Forza Italia chiede la testa di assessore e dirigente

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Sul caso Tari, dopo che il Tar ha annullato le delibere del Consiglio comunale numero 32 e 33 del 2015, si è espressa anche Forza Italia, i cui esponenti ieri mattina hanno tenuto una conferenza stampa nella sede di piazza Dante a Francavilla Fontana. I forzisti, definendo grave quanto accaduto, chiedono all’unisono le dimissioni o l’allontanamento dell’assessore al Bilancio Maria Rizzo e del dirigente dei Servizi finanziari comunali Gabriele Falco poiché indicati quali responsabili più diretti del ritardo, ben oltre il termine ultimo del 30 luglio, col quale Iuc e Tassa sui rifiuti furono lo scorso anno portati al cospetto delle assise. Il capogruppo Mimmo Bungaro, la sua vice Sara Milone, il consigliere de La Puglia prima di tutto Gianni Capuano e il collega di Fi Antonio Andrisano, neocoordinatore provinciale degli azzurri, sono stati categorici nel dire che qualcuno, oltre ai cittadini, deve pur pagare il pasticcio sancito dal Tar, che ha accolto un ricorso presentato nientemeno che dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

«Ci si accusa spesso – dice Bungaro – di non esercitare un’opposizione costruttiva, cosa che non corrisponde al vero, ma in questo caso eravamo stati più che costruttivi quando avevamo consigliato di ritirare in via cautelativa quelle delibere e di non proseguire lungo la propria strada dinanzi ai giudici amministrativi addirittura contro il Ministero, che in quanto a questioni tecniche non ha certo qualcosa da imparare dai Comuni in genere e da quello di Francavilla in particolare».

«Non siamo stati però ascoltati – prosegue – e le conseguenze sono queste: ora i cittadini devono necessariamente essere rimborsati, sebbene saranno costretti a pagare anche le spese legali inutili sostenute da quest’amministrazione d’incompetenti».

Di qui, la richiesta unanime che qualcuno paghi almeno in termini politici (Rizzo) e professionali (Falco) perché – a dire del direttivo di Fi – la situazione che si è venuta a creare non può passare del tutto in cavalleria, come se nulla fosse stato. «Chissà perché quando amministrava il centrodestra – ha aggiunto qualcuno – queste cose non succedevano, e non era certo per pura casualità o per fortuna».

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