Con i nuovi, inconcepibili tagli ai trasferimenti sferrati dal governo per il 2016, la Provincia di Brindisi può dirsi definitivamente fallita. E da luglio, nonostante tutti gli sforzi fatti in questi anni per sopravvivere ai sempre più gravosi colpi di mannaia, per risparmiare, razionalizzare e garantire un minimo di servizi, non sarà più possibile nemmeno pagare gli stipendi al personale. Quando ho preso visione dei numeri ho subito pensato a un refuso, a un errore. Abbiamo chiesto chiarimenti al all’Upi, e ci è stato risposto che i dati sono quelli ricevuti: nessuno sbaglio.
Con 17 milioni di euro di trasferimenti decurtati tra il taglio del 2015 e quello aggiuntivo programmato per il 2016, la Provincia di Brindisi perde in un solo anno il 150 percento dei trasferimenti. Più di chiunque altro in tutta la Regione.
E’ un’ingiustizia, ma anche una discriminazione territoriale, senza precedenti, se si pensa che i tagli alle altre province pugliesi oscillano tra il 69 percento di Taranto e il 100 percento della Bat. Per anni la Provincia di Brindisi è stata tra le più virtuose d’Italia, mantenendo i conti in ordine e rispettando al massimo i soldi dei contribuenti. E cosa fa il governo? Penalizza noi più degli altri, in una “guerra tra poveri” che vede la nostra Provincia colpita mortalmente al cuore.
Con un blocco di simile e colossale entità non saremo più in grado di svolgere alcuna funzione: dalla sicurezza stradale a quella nelle scuole, dai servizi sociali per i più deboli alla tutela ambientale. Domani, venerdì 17, incontrerò il prefetto Annunziato Vardè, i consiglieri provinciali e i sindaci della nostra provincia. Insieme valuteremo quali conseguenze prendere.
Il presidente della Provincia
Maurizio Bruno