Situazioni così delicate richiedono non solo professionalità, ma anche una cospicua dose di umanità: perché, in fondo, serve anche o soprattutto il cuore. Un’anziana signora di Oria è deceduta l’altro ieri presso il San Raffaele di Ostuni, dov’era stata trasferita un paio di settimane fa dopo un intervento chirurgico cui era stata sottoposta, a seguito di un improvviso malore, nell’ospedale di Francavilla Fontana.
La donna, già seguita dai Servizi sociali, era in difficoltà economiche e non aveva quasi neppure di che vivere. I suoi familiari non se la passano a loro volta granché bene. Insomma, questa morte inattesa, oltre al dolore in sé, ha prodotto pure un problema estremamente pratico e, a dirla tutta, abbastanza umiliante: come pagare le spese post mortem? I funerali costano, si sa, e anche la tumulazione costa non poco.
Ma, fortunatamente, lungo questo triste cammino sono comparse delle persone dalla grande generosità: i titolari delle agenzie funebri Re Albino e Gruppo Galluzzo, tutte e due di Oria, che hanno unito le forze e, senza chiedere alcunché in cambio, si sono fatte carico di tutti gli adempimenti e di tutti gli oneri burocratici ed economici. Se la sono vista loro, insomma, e hanno sollevato la famiglia della defunta da ogni incombenza e da qualsiasi ulteriore mortificazione.
Ieri, così, la salma è stata benedetta presso la chiesetta del cimitero e poi si è proceduto con la degna sepoltura alla quale chiunque ha o dovrebbe avere diritto, a prescindere dalle sue disponibilità terrene. Non importa la cifra che i benefattori si sono accollati – anche se si viaggia nell’ordine delle migliaia di euro – ma importa, eccome, il fatto che si siano prodigati per compiere una buona azione, quella che per l’appunto ha suggerito loro il cuore.
Con ciò smentendo quell’antichissimo adagio che recita “mors tua vita mea” e che spesso, anzi sempre, è accostato proprio a chi si occupa di onoranze funebri. Perché la vita non è soltanto ricevere e guadagnare: ogni tanto, quando si può e lo si sente, bisogna anche dare.
E un sentito “grazie” a nome dell’intera collettività a chi riesce ancora a mettersi una mano sulla coscienza e l’altra sul portafogli, in casi (purtroppo rari) come questo, ci sta davvero tutto.