Si è battuto come un leone, per 15 lunghissimi anni, contro il peggiore dei delinquenti che abbia incontrato nel corso della sua onorata carriera di servitore dello Stato: la sclerosi laterale amiotrofica, meglio nota come Sla. Il brigadiere dei carabinieri Franco Passaro si è spento nel pomeriggio di venerdì 10 giugno all’età di 79 anni, come sempre circondato dall’affetto di sua moglie Maddalena Capobianco – il 30 agosto 2015 avevano celebrato le nozze d’oro – dei suoi figli Angelo, Maria Rosaria (referente provinciale Aisla) e Alfonso, delle nipotine Ilaria, Eleonora e Francesca, degli altri cari (tra i quali l’ex preside del Classico “Lilla” e provveditore di Brindisi e Taranto Francesco Capobianco), degli amici e dei colleghi. Questi ultimi, nell’aprile dello scorso anno, l’avevano omaggiato della tessera dell’Associazione nazionale carabinieri. Un riconoscimento più che un dono a chi ha incarnato appieno e fino alla fine i valori della Benemerita.
Passaro ha prestato servizio a Torino, Firenze, Palermo, Vasto e Taranto prima di congedarsi. Nel 2001, poi, la scoperta di essere affetto da una malattia tanto subdola quanto ancora imbattuta, anche se il brigadiere le ha provate tutte per contrastarla e per conviverci. L’ha sfidata, quella brutta bestia, e in molti casi è anche riuscito a prenderla in giro, a farsene beffe. Non si è mai perso d’animo, non ci ha mai messo del suo per complicare vita e umore a chi gli è stato accanto. Se n’è andata davvero una grande persona, al di là della retorica. Conferma ne sia tutta la gente che ha continuato a fargli visita e a onorarlo in tutto questo tempo.
Ora, però, dopo tanto combattere e soffrire, riposa in pace, brigadiere.
Le più sentite condoglianze e un abbraccio da parte della nostra redazione alla famiglia.