Una novità assoluta, le cresime in fiera. Le cresime sono state quelle della parrocchia del Carmine – troppo angusta per accogliere oltre cento cresimandi e, soprattutto, tutto il parentado – mentre la fiera quella che fu dell’Ascensione, la quale perlomeno ha stavolta trovato un temporaneo impiego. La cerimonia ha un po’ perso il suo fascino e la sua solennità, certo, ma l’obiettivo di concentrare tutte le ricorrenze della Diocesi di Oria a ridosso della Settimana della Misericordia è stato raggiunto. Così, in due tranche tra lo scorso weekend e ieri (2 giugno) tutti e oltre cento i ragazzi hanno potuto concludere il loro ciclo catechistico e, soprattutto, ricevere il sacramento.
Tuttavia, pur nell’entusiasmo del momento, non è mancato qualcuno che ha storto il naso, soprattutto per il contorno. Al di là della sagrestia improvvisata (vedi foto), a circondare la platea, sia dentro che fuori dallo stabile, regnavano disordine e degrado: le erbacce ricoperte di una strana polverina di colore bianco, forse muffa, erano forse la cosa più innocua subito prima dei condom usati sparsi sul terreno (vedi foto).
Con tutto il resto, però, ci si sarebbe potuti fare male: scivolando, per esempio, sui tubi metallici nell’ampio piazzale adibito a parcheggio; tagliandosi con gli alloggiamenti divelti degli idranti (tutti rubati); scontrandosi con uno degli appendiabiti (presumibilmente residui di una qualche sfilata di moda); inciampando in una mattonella rotta… Insomma, di potenziali pericoli ce n’erano un bel po’.
Chiusi, poi, i servizi igienici riservati a donne e persone disabili. Aperti e anche abbastanza puliti, invece, quelli degli uomini. Li si poteva usare tranquillamente in caso di bisogno (non nel senso fisiologico) ma con un’unica raccomandazione: «Gentilmente, si prega di non pisciare fuori dal vaso. Grazie». Questo era scritto a penna poco sopra lo sciacquone.
Alla fine, fortunatamente è andato tutto liscio e la stessa funzione – officiata dal vescovo di Oria monsignor Vincenzo Pisanello e concelebrata da don Andrea Santoro, parroco del Carmine, dal suo vicario don Mimmo Sternativo e dal presbitero decano della Diocesi don Pietro Chirico – è stata seguita e partecipata, anche se la scelta – quasi obbligata – di optare per i locali del dipartito Ente Fiera dell’Ascensione non a tutti è andata a genio. Vuoi per ragioni di tradizione, vuoi per questioni di decoro e sicurezza.
Sembra, a quest’ultimo proposito, che alcune famiglie abbiano deciso di trasferire di parrocchia all’ultimo momento i propri figli perché una cresima non sarà pure da ricordare il più bel giorno della vita come si dice(va) del matrimonio, ma anche per essa ormai si bada, eccome, ai dettagli e non si fa tanto caso, invece, alle spese (a partire dall’offerta “volontaria” di 35 euro alla parrocchia) e dunque – ferma restando la fede – anche l’occhio pretende la sua parca parte.