Adesca su fb e stupra un bimbo di 12 anni, poi il padre lo prende a martellate: arrestati tutti e due

Un momento della conferenza stampa di oggi: a sinistra il procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi, a destra il capo della Mobile di Brindisi Alberto Somma
Un momento della conferenza stampa di oggi: a sinistra il procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi, a destra il capo della Mobile di Brindisi Alberto Somma

Sono entrambi agli arresti domiciliari: un ragazzo di 19 anni che avrebbe stuprato per tre volte un bambino di 12, e il padre di quest’ultimo che ha preso a martellate in testa il presunto orco riducendolo in fin di vita.
Accade a Brindisi, tra il parco del Cesare Braico, tra i cui ruderi si sono consumati gli abusi sessuali, e i garage del complesso Appia Verde dove il giovane padre ha tentato di farsi giustizia.
Per Simone Perrino, 19 anni, studente all’ultimo anno delle superiori, la procura aveva chiesto il carcere ma il gip Luigi Forleo ha ritenuto sufficienti gli arresti domiciliari.
È una storia terribile quella venuta alla luce grazie alle indagini della Squadra mobile, coordinate prima dal pm Milto De Nozza e poi da Pierpaolo Montinaro. Perrino aveva contattato il ragazzino attraverso Facebook utilizzando un profilo falso e spacciandosi per una giovane donna interessata al ragazzino. Dopo varie insistenze lo aveva convinto a incontrarsi nel rudere abbandonato dall’Asl nel parco. Qui si era fatto trovare lui e aveva spiegato che la donna li avrebbe raggiunti dopo. Nel frattempo aveva violentato il ragazzino.
La stessa storia si è ripetuta per tre volte. Sino a quando la madre del dodicenne non ha controllato nelle chat del figlio, rendendosi conto che c’era qualcosa che non andava. Tra la scelta di denunciare tutto e quella di farsi giustizia da soli, è prevalsa quest’ultima. Il padre del ragazzino ha atteso una domenica mattina dellep scorso mese di novembre, Perrino nel condominio in cui vive, al rione Cappuccini, e lo ha affrontato nei garage colpendolo più volte alla testa con un martello, sfondandogli la calotta cranica.
Ricoverato in ospedale e per alcuni giorni in coma, Perrino inizialmente non ha raccontato agli investigatori della Mobile chi fosse l’aggressore e soprattutto il movente. Ma gli uomini del vicequestore Alberto Somma sono riusciti piano piano a mettere insieme ogni tessera del mosaico, ricostruendo la terribile storia.
Nel mese di marzo la famiglia del dodicenne ha presentato denuncia per abusi sessuali nei confronti di Perrino che avrebbe compiuto gli stessi atti nei confronti di almeno un altro ragazzino.
La procura ha chiesto al gip il carcere per Perrino e i domiciliari (con l’accusa di lesioni gravi) per il padre del bimbo. Ma il giudice ha ritenuto che i domiciliari fossero la giusta soluzione per entrambi. Perrino ha già chiesto il permesso di tornare a frequentare la scuola. Si attende ora di sapere come la pensa il giudice anche su questo aspetto.

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