Dopo la storica promozione della Virtus Francavilla Calcio in Lega Pro (un tempo si chiamava Serie C) è emerso il problema dello stadio nel quale la squadra del patron Antonio Magrì dovrà disputare perlomeno parte della prossima stagione, poiché il “Giovanni Paolo II” non rispetta ancora i parametri imposti dalla Figc: mancano tornelli, videosorveglianza, una tribuna, un laboratorio antidoping, un nuovo manto erboso e un impianto d’illuminazione adeguato. C’è l’impegno di spendere (investire?) 650mila euro circa, ma tra una cosa e l’altra occorrerà del tempo. I classici tempi biblici della burocrazia. Sono tuttora allo studio soluzioni degne e il più soft possibili, ma una proposta è stata lanciata nei giorni scorsi dal sito www.ffvistadate.it: perché non finanziare lo stadio tutti insieme mediante il cosiddetto crowdfunding? «Il crowdfunding (dall’inglese crowd, folla e funding, finanziamento) o finanziamento collettivo in italiano, è un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni», spiegano William Donzelli e Riccardo Candita.
In sostanza, un sorta di microcredito dal basso (aperto ovviamente anche alla partecipazione delle imprese) che nella Città degli Imperiali è stato peraltro proposto dall’architetto Maria Formosi anche per la riqualificazione della torre dell’orologio in piazza Umberto I. Il progetto di uno stadio finanziato anche con piccole quote dall’intera collettività sarebbe – sempre secondo la tesi degli autori dell’articolo – da scegliere a monte nell’ambito di un contest di idee rivolto ai giovani tecnici del posto. Il vincitore, votato e decretato direttamente dai cittadini, otterrebbe un premio in denaro e la direzione dei lavori. Una volta individuato l’elaborato migliore, si partirebbe con la raccolta fondi vera e propria, con il Comune che metterebbe la sua quota e il terreno. I finanziatori riceverebbero in cambio privilegi in proporzione al contributo versato. Esempi: targhetta con nome e cognome esposta all’interno dello stadio, abbonamenti per un’intera stagione, fino a al calcio d’inizio il giorno dell’inaugurazione in una amichevole con squadre nazionali o internazionali o addirittura l’opportunità di gestire in completa autonomia l’intera struttura.
«Sicuramente i tempi necessari alla realizzazione di questo progetto – concludono Donzelli e Candita – non sono brevissimi come auspicabile ma chiunque converrebbe con noi che avere una struttura innovativa, con un po’ di sacrifici, permetterebbe il salto di qualità: si potrebbe dare davvero lustro al lato sportivo turistico ed economico del nostro paese oltre che rendere partecipativa la scelta di progetti che cambiano in modo drastico l’assetto di Francavilla. In questo modo nessuno potrà dire che ciò che viene realizzato non sia come la città avrebbe voluto»