Sono sette gli indagati con l’accusa di omicidio colposo a seguito della morte sul lavoro, 28 agosto 2013 in via Barbaro Forleo a Francavilla Fontana, del 38enne Angelo Reschi di Aradeo, che per conto di un’impresa esterna era impegnato a sostituire con altri operai i tronchi della fogna nera per conto di Acquedotto Pugliese. L’operaio, come si ricorderà, morì annegato dopo essere stato risucchiato da un mulinello di acqua e fango. Secondo la Procura, non furono rispettate le norme di sicurezza: Reschi scese, privo di imbracatura, nella voragine aperta ad hoc nell’asfalto a pochi metri da Castello Imperiali. Lo scavo, inoltre, sarebbe stato di dimensioni insufficienti a consentire i soccorsi. Questa, perlomeno, la tesi dell’accusa, sostenuta dal Pm Manuela Pellerino. I destinatari dell’avviso di conclusione indagini sono: Antonio Fiocca, 40enne legale rappresentante della ditta “Fiocca Vincenzo” di Galatina (che eseguiva i lavori per conto di Aqp); Lorenzo Russo, 54enne di Galatina responsabile della protezione e della prevenzione; Gaetano Barbone, 48enne di Noicattaro rappresentante di Aqp, committente dei lavori; Francesco Manfredi, 69enne di Taranto direttore dei lavori; Oronzo Antonio Pizzutello, 40enne di San Michele Salentino coordinatore in materia di sicurezza e salute. Stando alle ricostruzioni degli investigatori, quel giorno il braccio di una pala meccanica avrebbe urtato la tubatura, che si sarebbe rotta e avrebbe sprigionato un potente getto d’acqua che, misto al fango, finì per trascinare giù il 39enne Reschi, impossibilitato a respirare. Vani i tentativi di soccorso da parte dei suoi colleghi e dei vigili del fuoco.