Droga dal Centro Europa al Salento: i dettagli delle indagini che hanno condotto agli 8 arresti

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Francesco Trisolini
Francesco Trisolini

Delle loro attività si era già più o meno a conoscenza sin da quando, lo scorso 16 novembre, sette delle otto persone arrestate oggi dai carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana erano state raggiunte da un’altra ordinanza cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Brindisi su richiesta della locale Procura. Il provvedimento eseguito tra ieri sera e questa mattina nei loro confronti è però più grave: si contesta anche l’associazione per delinquere e non a caso è stato emesso dal Gip del Tribunale di Lecce su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Gli indagati avrebbero, insomma, costituito una struttura – per quanto rudimentale – per raggiungere i propri scopi, e cioè il traffico di stupefacenti e, in definitiva, il piazzamento della droga sul mercato nero. In più, il sodalizio aveva a disposizione anche diverse armi. I nomi dei destinatari della nuova ordinanza: Francesco Trisolini, di 52 anni nato a Brindisi (detenuto presso la casa circondariale di Castrovillari); Johanna Theodora Patricia Van Heel, di 44 anni nata a Venlo (Olanda, detenuta presso la casa circondariale di Castrovillari); Daniele Risonola, di 41 anni nato a Mesagne (detenuto presso la casa circondariale di Rebibbia a Roma); Semira Ruggiero, di 47 anni nata a Oria (detenuta presso la casa circondariale di Lecce); Patrizio Perrone, di 56 anni nato a Torchiarolo (detenuto presso la casa circondariale di Lecce); Maria Grazia Mileto, di 50 anni nata a San Pietro Vernotico (detenuta presso la casa circondariale di Lecce); Francesca Perrone, di 31 anni nata a San Pietro Vernotico; Simone Nucera, di 30 anni nato a Reggio Calabria (detenuto presso la casa circondariale di Brindisi).

Joanna Theodora Patricia Van Heel
Joanna Theodora Patricia Van Heel

Le indagini partono il 23 marzo 2015, quando i carabinieri trovano e sequestrano oltre mezzo chilo di hascisc nella disponibilità della 30enne Fiorella Caforio. Da lì spuntano il coinvolgimento di sua madre Semira Ruggiero, convivente del 41enne Daniele Risonola, e contatti con un’altra coppia formata da Francesco Trisolini e Johanna Theodora Patricia Van Heel. Il 13 e il 15 maggio i carabinieri registrano due incontri nell’abitazione di campagna della famiglia Trisolini-Van Heel. Lo stesso 15 maggio, un convoglio di tre auto – una Range Rover Evoque bianca con alla guida Risonola, una Bmw station wagon bianca con alla guida Trisolini e una Peugeot 3008 grigia con alla guida Nucera – partono alla volta del Centro Europa. La sera del 19 maggio i tre sono nuovamente a Oria, tanto che Risonola è identificato dai carabinieri durante un “normale” posto di controllo.

Patrizio Perrone
Patrizio Perrone

Il 20 e il 21 maggio una Fiat Punto e una Fiat 500 nella disponibilità dei Risonola-Ruggiero giungono in campagna da Trisolini. Il 22 giugno sempre in campagna da Trisolino ci sono la Range Rover di Risonola e la Smart di Patrizio Perrone, mentre all’indomani Perrone torna e vi sosta per circa due ore mezza. Oltre a lui c’è anche una donna, probabilmente sua figlia Francesca. Il 24 giugno compare la Peugeot 3008 intestata a Nucera, ma c’è anche la stessa Fiat 500 di due giorni prima. Secondo gli investigatori, era in fase di organizzazione il viaggio del 25 giugno, quando Trisolini si mette alla guida della Peugeot 3008 in compagnia di moglie e figlio minorenne. Risonola parte invece il giorno dopo in areo da Bari e rientra il 27 giugno da Dusserdolf. Trisolini fa ritorno alla base il 30 giugno e subito vanno a trovarlo Risonola e Ruggiero. In un’intercettazione, Trisolini e Risonola discutono su dove sarebbe stato più opportuno aprire il doppiofondo (evidentemente pieno) ricavato all’interno della Peugeot. Risonola avrebbe dovuto prendersi la sua parte. Secondo Trisolino meglio compiere da lui l’operazione (da Oria avrebbe raggiunto più tranquillamente Torchiarolo e, soporattutto, Perrone) mentre per Risonola meglio nella sua casa di Torre Lapillo. Alla fine la spunta Risonola, che carica nel suo Range Rover gli attrezzi per forzare le saldature dell’intercapedine, e parte alla volta del mare. La sua compagna Ruggiero si mette alla guida della Peugeot. Alle 8,30 del primo luglio, neanche 24 ore dopo, Risonola e Ruggiero con la Peugeot, allegerita di parte del carico, sono di nuovo a casa di Trisolino, dove – tra le altre cose – raccontano di aver preso un mezzo spavento quando, nei pressi di un’area di servizio, avevano incrociato una pattuglia dei carabinieri.

maria grazia mileto salvatore morleoDurante un dialogo, Trisolino e Risonola accennano a un “libro nero” della contabilità, dove cioè erano annotate entrate, uscite e destinazioni di droga e denaro. A quel punto bisogna raggiungere Perrone: Trisolino, Van Heel e figlio partono s’infilano in una Volskwagen Polo con destinazione Torchiarolo. Si avvicina nel frattempo la data del terzo approvvigionamento, in programma a fine luglio. Il 17, il figlio di Trisolini dice a suo padre di aver ricevuto un sms da Maria Grazia (Milato, moglie di Perrone) e nel pomeriggio Trisolini si precipita a Torchiarolo. Il 20 luglio, sempre Trisolini contatta un’agenzia viaggi per prenotare un volo dalla Germania (Dusserdolf) per una persona (Risonola) data: 30 luglio. Il 23 luglio, Trisolini parte da Brindisi per l’Olanda con la sua compagna e il figlio per rientrare da solo il 27. Subito riceve a casa sua Perrone, Milato e un’altra donna (probabilmente Francesca, figlia degli altri due), giunti a bordo di una Smart e di una Fiat 500. Hanno con sé un borsone color turchese pieno, sono soldi. Il denaro che servirà per comprare la partita di droga dall’estero. «La spesa poi te la porto io», dice Trisolini a Perrone. I carabinieri della stazione di Oria successivamente fermano Perrone e lo trovano in possesso di 9mila euro in contanti. Poco dopo, a casa di Trisolini arriva Risonola con la Peugeot 3008, nella quale sistemano le mazzette di banconote consegnate in precedenza da Perrone.

RISONOLA Daniele, Classe 1975All’alba del 28 luglio Trisolini parte alla guida della Peugeot e con lui c’è anche Risonola, che però torna da solo il 30 sul volo Colonia-Bari delle 15. Trisolini rientra invece il giorno dopo e alle 18,30 circa del 31 luglio è sorpreso dai carabinieri a Francavilla Fontana. Nell’auto ci sono 39,342 chili di cocaina, mentre a casa sua i militari rinvengono e sequestrano 50 grammi di marijuana, una macchina conta-banconote e una sacca con guanti, silicone e altri arnesi utili ad aprire il doppiofondo della Peugeot. Risonola cerca Trisolini che pero non c’è, allora invia un sms al figlio: “Ma perché non rispondi?”.

Simone Nucera
Simone Nucera

«Meno male che non hanno sequestrato i soldi», si lascia intanto sfuggire in un colloquio Van Heel. Agli investigatori appare chiaro come l’intenzione fosse ormai quella di far sparire del denaro liquido, che nel frattempo era stato affidato al 56enne Santo Mastria (destinatario della precedente ordinanza di custodia cautelare). Il 19 agosto 2015, i carabinieri trovano e sottopongono a sequestro ben 402.900 euro: erano nascosti in due bidoni, insieme con 500 grammi di polvere da sparo, all’interno di un pollaio proprio in campagna di Mastria, il quale in un primo momento sostiene di non saperne nulla e che quei soldi là chissà chi ce li aveva messi. Solo che poco dopo sua moglie contatta Semira Ruggiero e la mette al corrente dell’accaduto. Quest’ultima racconta tutto a Van Heel, che riferisce al marito durante un colloquio in carcere. Trisolini si lamenta dell’iniziativa presa dagli altri di nascondere proprio là quei soldi e cede allo sconforto: «Siamo rovinati», ammette.

PERRONE FRANCESCA, CLASSE 1985Resta da salvare il salvabile e soprattutto da far sparire le armi. Arriva per dare una mano anche il 46enne Raffaele Trisolini, fratello di Francesco, residente a Bologna. Dalle conversazioni tra i vari indagati emerge l’esistenza di pistole ad alcune delle quali Francesco è particolarmente affezionato e dunque non è possibile gettarle in un canale in direzione Brindisi, come proposto da Raffaele. Si pensa di sotterrarle in buche nel terreno abbastanza profonde da eludere un eventuale controllo con il metal detector. Mentre per il resto s’ipotizza un bel falò. Intanto il 5 agosto, Raffaele e il nipote raggiungono Manduria per disfarsi di un quantitativo di hascisc inizialmente sotterrato in un cofanetto insieme con alcune pistole. Perchè a Manduria? Semplice: perché lì non si fa la differenziata e ci sono ancora i cassonetti per strada.

Già dopo la prima ordinanza di custodia cautelare (9 novembre 2015), Trisolini decide di collaborare e, nel corso di due interrogatori del 2 e del 9 dicembre, racconta la sua versione dei fatti. Dopo essere stato fuori per tanto tempo, nel 2014 era tornato in Salento con pochi soldi (disponibilità di 11mila euro) che non gli consentivano di dedicarsi alle attività imprenditoriali e lecite che gli sarebbe piaciuto svolgere. Così, tra una cosa e l’altra, aveva conosciuto Perrone (ignaro di chi fosse e cosa facesse). Trisolini – sempre a suo dire – si era rivelato sin da subito molto utile alla causa perché conosceva i posti (Germania e Olanda) ed era in grado di parlare quattro lingue e di trattare direttamente con i fornitori. Trisolini dice al magistrato di aver fatto il primo viaggio (con annesso approvvigionamento) nel giugno 2014, mentre il secondo ad agosto dello stesso anno: la prima volta a Rotterdam, la seconda in una località non lontana. Di 20mila euro, sempre a suo dire, il compenso da lui complessivamente percepito. Dopo quei due primi viaggi, il filo diretto con Perrone si affievolisce.

giancarlo secondo rogoli semira ruggieroI rapporti tra i due riprendono però sotto Natale 2014, quando probabilmente si programma il 2015. Due i viaggi dell’anno passato, uno a giugno, l’altro a fine luglio (nega quello di maggio, quando – dice – con gli altri era partito solo per far realizzare il doppiofondo e per tentare di vendere la Range Rover Evoque di Risonola). Il primo approvvigionamento avviene a Utrecht, il secondo a Rotterdam. Nel primo caso, sempre stando al suo racconto, il rifornimento è di 45 chilogrammi circa; nel secondo, appunto, di circa 40. Nel primo caso, Trisolini porta con sé 1.260.000 euro (o 1.362.000) nel secondo un milione o un milione e 100mila euro. Tutto in contanti. Dei 402.900 euro sequestrati dai carabinieri nel pollaio, 60mila erano suoi, la restante parte sarebbe servita a pagare la droga in conto vendita. Sì, perché Perrone di solito pagava alla consegna i suoi rifornimenti. Risonola, Trisolini e a volte anche Perrone (nel caso di aggiustamenti in corsa) prima dovevano piazzare la sostanza sul mercato nero salentino, poi saldavano. La sua compagna (Van Heel) aveva saputo della droga soltanto al ritorno del primo viaggio del 2015, mentre sapeva tutto sin dalla partenza nel secondo. Nucera neanche sapeva dei motivi del viaggio nel quale era stato coinvolto e faceva soltanto da autista, mentre della famiglia Perrone tutti sapevano tutto, compresa Francesca Perrone (figlia di Patrizio e Maria Grazia Mileto). Risonola era stato lui (Trisolini) a coinvolgerlo nel giro, anche se non sapeva poi chi fossero i suoi collaboratori, ma di certo non era gente di Oria: «Non si fidava degli oritani, anche perché aveva un’altra provenienza». Dell’apertura e della chiusura dell’intercapedine della Peugeot erano pero proprio egli stesso Risonola a occuparsi.

Sta di fatto che, secondo i magistrati, l’associazione per delinquere c’era eccome, così come le esigenze cautelari che oggi hanno aggravato la posizione di sette delle otto persone cinque mesi fa già raggiunte dall’altra ordinanza di custodia. All’epoca era loro contestato il solo concorso e non la più “pesante” associazione: tre o più persone che stringono un patto, anche non formalmente sancito, ma permanente e stabile per attuare il programma criminale e perseguire, a prescindere dalle finalità di ciascuno, gli scopi di una struttura organizzativa che disponeva di uomini e mezzi, tanto materiali quanto economici. Questo, almeno, è scritto nel provvedimento emesso dal Gip Carlo Cazzella ed eseguito dai carabinieri.

 

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