Acqua passata, ma forse non troppo. Sono stati di fatto “tombati” dei rifiuti a Francavilla Fontana?
La discarica di contrada Feudo Inferiore – gestita da Francavilla Ambiente, Lombardi Ecologia, Termomeccanica e Daneco – fu chiusa dalla Provincia, a seguito di unanime decisione del Consiglio comunale e per aver esaurito la sua funzione, nel gennaio 2011. In precedenza, però, aveva ospitato per circa due lustri i rifiuti dei nove comuni dell’allora Ato Brindisi 2 (oggi Aro Brindisi 1 Ovest), ma anche quelli dell’Ato Brindisi 1. I siti di stoccaggio della nettezza urbana, si sa, continuano a inquinare per diversi anni anche dopo essere stati chiusi e, nel frattempo, richiedono particolari trattamenti perché il temibile percolato non impregni il terreno e. cosa peggiore, non penetri nell’eventuali falde.
Feudo Inferiore, sia quando era pienamente funzionante sia dopo, ha creato non pochi problemi sotto questo aspetto alle amministrazioni comunali, comprese quelle commissariali, che si dono succedute e alternate a palazzo di città. Nell’intervista, realizzata dal collega Antonio Loconte della testata barese Quotidiano Italiano, Domenico Lestingi (ex dipendente di Lombardi Ecologia, una delle imprese gestrici anche di Feudo Inferiore) racconta come a quei tempi si lavorava nella discarica di Feudo Inferiore.
Ricorda, tra le altre cose, di pratiche poco ortodosse impiegate all’epoca, e cioè di una vasca (nella quale finivano i rifiuti conferiti) il cui bordo ormai pieno era stato giustamente sollevato con uno strato di ghiaia tagliente sul quale era poi stata posizionata la guaina, senza che vi fosse argilla a fungere da filtro. La ghiaia avrebbe – sempre a dire del “pentito” Lestingi – tagliuzzato la guaina e consentito ai liquami di farsi strada nel terreno.
Ma l’ex operatore ecologico si spinge oltre e riferisce anche di mezzi da lavoro che furono acquistati godendo delle agevolazioni contemplate dalla legge 488 – tra i quali anche un potente escavatore dotato di rammer per spaccare la roccia, impiegato pure nella Città degli Imperiali – che sarebbero però stati destinati a usi diversi per poi essere in parte rivenduti e in altra parte incendiati (da ignoti). Sempre secondo questo testimone, che a Conversano ha consentito di aprire un’inchiesta per disastro ambientale per lo smaltimento illecito di rifiuti nelle campagne, diversi siti come quello di Feudo Inferiore, ma anche di Manduria e di Castellaneta sarebbero tutt’oggi ad alto rischio incendio, oltre che probabilmente molto inquinanti.