L’ennesima lettera minatoria: «Parli ancora ma sei morto», poi una croce e l’anno. Il 2016

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Una croce e un anno: il 2016. Libere, invece, le caselle indicanti mese e giorno dei funerali. «Parli ancora ma sei morto», c’era anche scritto. L’ennesima lettera di minaccia gli è stata recapitata dal postino proprio ieri: 11 aprile 2016. Poco prima, era stato già dai carabinieri per denunciare un altro fatto, simile ad altri che dal 2013 a oggi hanno funestato e funestano le sue giornate oltre che, ovviamente, quelle della sua famiglia. Ma nel tempo ha ricevuto altri avvertimenti e persino dei proiettili. Consegna a domicilio, perché evidentemente sanno benissimo come e dove trovarlo.

Paride Margheriti, ex assicuratore finito nella morsa dell’usura targata Sacra Corona Unita, è sorvegliato: ogni tanto, un’auto delle forze dell’ordine transita davanti casa sua a Erchie, dove nella notte del 24 settembre 2013 qualcuno pensò bene d’incendiare due auto. Nient’altro. Tredici, forse 14 o addirittura 15 le denunce che ha sporto finora, a nome suo e dell’associazione “Antiracket-Antimafia” che nel frattempo ha fondato e che, unico precedente a queste latitudini, è stata ammessa come parte civile in un processo contro la Scu.

Il collaboratore di giustizia Sandro Campana ha pronunciato il suo nome quand’è stato ascoltato da investigatori e magistrati e ammesso che sì, la posizione di Margheriti era nota all’organizzazione. Circa un mese fa, Margheriti ha inviato una missiva al nuovo prefetto di Brindisi per chiedergli udienza, per esporgli la sua situazione. Sino a questo momento, però, non ha ricevuto alcuna risposta. In quest’auto-testimonianza concessa a “Moralizzatore Tv”, il presidente dell’Antiracket-Antimafia spiega ancora una volta lo stato di preoccupazione e di pressione psicologica cui è ormai quotidianamente sottoposto e che attanaglia persino i giorni e le notti dell’anziano padre. «Non chiedo a tutti i costi la scorta – spiega il diretto interessato – ma pretendo che le istituzioni e la gente sappiano e chi di dovere si assuma tutte le responsabilità del caso qualora un giorno dovesse succedermi, come ormai mi ricordano frequentemente, qualcosa di ancora più spiacevole rispetto a quanto già accaduto fino a oggi: quella che sto vivendo è una situazione che non auguro a nessuno, mai nella vita».

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