Morì travolto da un treno, la famiglia decide di fare causa alle Ferrovie Sud Est

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Studio 3A, cui si è rivolta la famiglia per ottenere giustizia, avvierà un’azione penale e civile contro l’azienda, responsabile di aver causato il decesso di un 85enne travolto da un treno su un passaggio a livello “fai da te” a Francavilla Fontana. Cosa penserebbe di noi l’Europa?

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Il cancelletto “incriminato”

Una linea ferrata che interseca una strada privata e corre tra le case; un passaggio a livello che i residenti devono superare per entrare nelle loro abitazioni, ma che non dispone né di barriere, né di segnali luminosi e acustici per avvisare dell’arrivo dei treni. A delimitarlo, solo due banali cancelli, peraltro bassi, di quelli attraverso i quali si entra in una normale proprietà privata, uno da un lato e uno dall’altro, e con le chiavi dei lucchetti che li assicurano affidate agli abitanti, che devono arrangiarsi ad aprirli e a chiuderli a mano per passare.
Non è una scena fantastica o da terzo mondo ma la cruda realtà che ha determinato l’assurda morte di un anziano di Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, davanti all’ingresso di casa, travolto da un convoglio mentre attraversava i binari di quel passaggio a livello, che fa gridare vendetta per il totale spregio della vita umana e il cui uso e attraversamento avviene in forza di un’antica convenzione del 1983, che peraltro la vittima non ha mai firmato, non si sa neppure se ne fosse al conoscenza e sulla cui legittimità incombono pesanti dubbi.

La tragedia si è consumata il 20 febbraio scorso, alle 12.40, in via Domenico Carella. Arcangelo Vacca, 85 anni, sta rincasando a bordo della sua Lancia Y. Apre i cancelli per oltrepassare la linea 2 Martina Franca-Lecce delle Ferrovie del Sud Est, società che gestisce la più estesa rete ferroviaria regionale d’Italia e da tempo nell’occhio del ciclone per gli ingenti debiti di bilancio e i disservizi. Per l’anziano, così come per i vicini di casa al di là della strada, si tratta di un percorso obbligato per accedere alla sua proprietà, e anche il semplice fatto che un pensionato, per rientrare a casa in auto, debba aprire con una chiave i cancelli di una ferrovia in funzione rappresenta una circostanza criminale e sconcertante.

Vacca guarda se i binari sono liberi, in vista non c’è nulla e quindi si appresta a passare. L’uomo però è anziano, ci mette svariati secondi a risalire in auto e a riavviare il motore, e nel frattempo sopraggiunge, inesorabile, un convoglio a forte velocità. Lui non se ne accorge, del resto in quel passaggio a livello, oltre a delle barriere automatizzate e sicure, mancano del tutto anche i segnali luminosi e acustici per allertare del passaggio dei treni. E così succede quello che già era stato sfiorato tante, troppe volte, soprattutto da quando, con il potenziamento e l’ammodernamento del traffico in quella tratta, i convogli in quel punto non procedono più a passo d’uomo come una volta, ma a 70-80 km all’ora: l’azienda ha installato anche delle barriere fonoassorbenti per tutelare maggiormente dai rumori le abitazioni, senza però apportare alcuna, indispensabile modifica sui criteri di attraversamento, già di per sé discutibili, della linea ferrata.

L’ottantacinquenne occupa i binari ma proprio in quel mentre la sua vettura viene travolta dal treno. L’impatto è devastante. La Lancia Y viene scaraventata sulla destra rispetto alla direzione di marcia del convoglio, contro una scarpata, a dieci metri di distanza dal passaggio a livello: per il conducente non c’è scampo.

I familiari di Arcangelo Vacca, ma anche tutto il paese di Francavilla Fontana, non sanno capacitarsi di come sia potuto succedere nel terzo millennio un incidente del genere: chiedono con forza giustizia e per ottenerla, attraverso il consulente Sabino De Benedictis, si sono rivolti a Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali, a tutela dei diritti dei cittadini.

Sull’inqualificabile episodio sta procedendo il Sostituto Procuratore di Brindisi, Valeria Farina Valaori, e finora risulta indagato per omicidio colposo, peraltro come atto dovuto, il conducente del treno. “Ma non è accettabile che le responsabilità vengano scaricate solo sul macchinista – afferma il dott. Ermes Trovò, Presidente di Studio 3A – Le manchevolezze da parte delle Ferrovie del Sud Est lasciano basiti: quel passaggio a livello è un insulto non solo a tutte le più elementari norme sulla sicurezza, ma anche al buon senso, e non c’è convenzione privata con i residenti per il suo utilizzo che giustifichi un tale livello di trascuratezza e di noncuranza per la vita umana. Anche un passaggio a livello incustodito sarebbe più sicuro”.

Attraverso il proprio servizio legale, dunque, Studio 3A nei prossimi giorni procederà senza indugio nei confronti dell’azienda di trasporto, sia sul fronte civile per ottenere un equo risarcimento per la famiglia della vittima, ma sia anche su quello penale, perché i veri responsabili di quest’incidente, ossia i vertici delle Ferrovie del Sud Est, paghino anche davanti alla giustizia.

Non solo. L’incredulità e l’indignazione di fronte al fatto che si sia potuto consentire una situazione simile in un Paese dell’Unione Europea è tale che Studio 3A, attraverso la propria rete di contatti internazionali, non esclude la possibilità di sottoporre lo stato di quel passaggio a livello all’attenzione dei preposti organi di vigilanza comunitari.

Comunicato stampa Studio 3A

 

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