Non se n’è saputo più nulla. L’annuncio e poi basta. Cosa ne è stato della raccolta fondi per la causa di Fabio Cristofaro, rinviato a giudizio perché avrebbe offeso, durante la scorsa campagna elettorale per le amministrative di Francavilla Fontana, l’allora candidato sindaco di Forza Italia Giacomo Leone?
L’iniziativa per aiutare Cristofaro ad affrontare il processo, lanciata nel novembre 2015, era a firma del Movimento autonomo di base (Mab) – Nuova cittadinanza di Antonio De Franco e presentata come a tutela della libertà di pensiero anche e soprattutto sui social network e contro i presunti “Pezzi da Novanta” e “Padroni dell’altrui pensiero”, per giunta definiti come querelanti seriali.
Ora che alla prima udienza mancano ormai pochi giorni – è fissata per il 26 aprile – non si hanno più notizie: ci sono stati dei versamenti con la causale “Per Fabio” sul conto corrente postale 10756724 intestato al Mab? Il diretto interessato, Cristofaro, sostiene che qualcosa dovrebbe essere arrivato, poiché alcuni suoi conoscenti gliel’hanno assicurato chiedendogli peraltro come procedessero le cose.
A loro ha però dovuto rispondere che era all’oscuro di tutto e che, nel frattempo, è stato costretto a vedersela da solo, a sostenere in prima persona ogni spesa. Singolare davvero, anche perché proprio alla fine del comunicato col quale il Mab aveva lanciato e spiegato l’iniziativa, tra le altre cose, c’era scritto: “L’associazione renderà pubblico costantemente l’andamento della raccolta fondi”.
I mesi sono trascorsi e, al momento, una sola cosa pare certa: cioè che il prossimo 26 aprile Cristofaro, difeso dall’avvocato Marcello Di Summa, e Leone, costituitosi parte civile e assistito dall’avvocato Domenico Attanasi, si ritroveranno in aula per sostenere ciascuno le proprie ragioni. A quell’udienza ne seguiranno delle altre e Cristofaro si augura perlomeno che, così come gli era stato promesso, non debba alla fine ritrovarsi da solo in questa sua battaglia.