Il racconto dei volontari: «Così abbiamo ritrovato l’anziano che si era perso tra le campagne»

ritrovamento giovanni spina

Luigi Antonio Bembi
Luigi Antonio Bembi

Ormai lo davano quasi per spacciato e probabilmente non avrebbe superato la notte. Ma proprio quando si cominciava a pensare di sospendere le ricerche, ecco la sorpresa che non t’aspetti:  l’87enne Giovanni Spina è stato ritrovato pochi minuti prima della mezzanotte in contrada “San Pietro”, non lontano dal posto in cui nel pomeriggio suo figlio, il medico veterinario Leonzio, l’aveva perso di vista. Il contributo di due volontari – Luigi Antonio Bembi e Francesco Pasulo – si è rivelato fondamentale: intorno alle 20,30 si sono infilati nell’Audi A3 del primo e hanno cominciato a battere la zona palmo a palmo grazie anche all’ausilio di un potente faro allo iodio il cui fascio di luce è in grado d’illuminare in profondità per diverse decine di metri. «A un certo punto – racconta Luigi – abbiamo notato una macchiolina scura in fondo al terreno, tra ulivi e sterpaglie alte un metro circa, ma non era il signor Giovanni: si trattava soltanto di un grosso masso».

«Una sorta di sesto senso – prosegue – ci ha però spinti a proseguire le ricerche proprio in quella direzione, rischiando continuamente che la macchina s’impantanasse: mentre Francesco era alla guida e procedeva in prima a passo d’uomo, io sporgendomi dal finestrino  lato passeggero puntavo il faro a destra e a sinistra».

«All’improvviso – continua – ecco un’altra macchiolina in fondo: chiamo “Giovanni, Giovanni!”, e scorgo un leggero movimento, il signor Giovanni aveva sollevato il capo e in qualche modo si era fatto notare».

«Quando ci siamo avvicinati – spiega, ancora emozionato, Luigi – abbiamo notato che si era rannicchiato in una fossetta del terreno e, per proteggersi dal freddo, si era calato la giacca sulla testa: era infreddolito, ghiacciato e inzuppato d’umidità, anche perché la terra era ridotta a una fanghiglia».

«A quel punto – dice – l’abbiamo insieme con suo figlio l’abbiamo sollevato di peso per poi sdraiarlo sui sedili posteriori dell’auto e accendere l’aria calda a palla per farlo un po’ riprendere in attesa dell’ambulanza: un medico che era con noi, il dottor Ariano, gli ha misurato la pressione e il battito cardiaco, poi gli abbiamo dato del latte caldo e dopo un po’ ci ha chiesto anche dei biscotti, è stato in quel momento che abbiamo capito che stava cominciando a riprendersi e ce l’avrebbe fatta».

Successivamente, sono arrivati sul posto i sanitari del 118, che hanno trasportato il pensionato in ospedale a Francavilla Fontana. La sua tempra forte gli ha consentito di resistere in condizioni climatiche avverse – ieri notte tra le campagne il termometro segnava 4 gradi centigradi – e di recuperare una condizione accettabile, anche in considerazione della sua età, intorno alle 3 del mattino.

Il successo di quest’operazione, condotta da carabinieri, polizia locale, protezione civile Prociv-Arci e, appunto, questi ed altri volontari restituisce l’idea d’istituzioni, associazioni e cittadini operosi e pronti a tutto pur di raggiungere un importante obiettivo. Se la tragedia alla fine è stata scongiurata, lo si deve a tutti e in particolare a questi ragazzi che, con abnegazione e a titolo gratuito, hanno messo a disposizione della comunità il loro tempo libero, i loro mezzi e le loro risorse. Complimenti davvero, bravi tutti. Non è una cosa ordinaria, tutt’altro, salvare una vita umana.

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