Cafueri (Pd): «Su Nefrologia proposta irricevibile»; Attanasi: «Inutile formalismo»

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L’ha scritto il capogruppo del Partito democratico, Marcello Cafueri, sul suo profilo facebook a proposito della richiesta da parte del centrodestra d’inserimento all’ordine del giorno della chiusura del reparto Nefrologia presso l’ospedale Dario Camberlingo di Fracavilla Fontana:

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Marcello Cafueri

«Ho letto l’istanza rivolta al Presidente del Consiglio Comunale, sottoscritta da diversi consiglieri comunali di opposizione, affinchè sia inserita all’ordine del giorno del prossimo consiglio “la discussione relativa al piano di riordino ospedaliero e la soppressione del reparto di nefrologia dell’Ospedale di Francavilla Fontana”. Al di là dell’argomento e del merito della questione, credo che il primo ed essenziale compito di un consigliere comunale sia quello di conoscere il regolamento per il funzionamento del consiglio comunale. A mio parere, quella istanza è del tutto irricevibile. Non si tratta di un ordine del giorno o mozione, non è una richiesta di convocazione di consiglio monotematico e non può essere una proposta di deliberazione che è prevista solo per le materie di competenza del consiglio (il piano di riordino non lo è) e deve essere accompagnata, appunto, da una proposta di deliberazione formulata per iscritto, che nella fattispecie, mi pare che manchi del tutto. Insomma, chiedo ai proponenti, cos’è?»

Gli ha risposto subito il capogruppo di Progetto per l’Italia, Domenico Attanasi, tra i presentatori dell’istanza:

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Domenico Attanasi

«È bene che i cittadini francavillesi sappiano che, a fronte dall’istanza volutamente aperta (e per tale ragione anticipata per le vie brevi alla Presidente del Consiglio Comunale) con la quale chiediamo che la massima assise cittadina assuma una posizione condivisa in ordine al rischio di chiusura del reparto di nefrologia dell’ospedale Camberlingo, i legulei del centrosinistra locale, proprio gli stessi stranamente silenti su ben più delicate vicende assurte agli onori delle cronache locali, ricorrono a sofisticate (ed errate) alchimie giuridiche per sostenere che l’istanza sarebbe I R R I C E V I B I L E (istituto che fino ad oggi credevo esistesse solo per gli atti depositati innanzi alla Corte Costituzionale in un numero di copie inferiore a quello stabilito dalla legge). Da non crederci».

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