Rapine in serie nell’intera provincia: i carabinieri ne arrestano cinque

rapina generic

rapinaI loro obiettivi preferiti erano tabaccherie, supermarket e banche. Cinque presunti rapinatori sono stati oggi raggiunti da ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip presso il Tribunale di Brindisi ed eseguita dai carabinieri delle compagnie di Brindisi e Francavilla Fontana. Si tratta di del 29enne Antonio Grassi, del 31enne Vincenzo Trono, del 26enne Francesco Franchin e del 31enne Alfonso Polito, destinatari dello stesso provvedimento. Caso a parte e provvedimento separato, invece, per il 38enne Vitantonio Fiaccone, che il 7 aprile 2015 avrebbe commesso una rapina ai danni della filiale della Banca Popolare Pugliese di Tuturano. Le indagini, condotte dal Norm della compagnia francavillese, erano partite nell’aprile 2014 e si sono concluse a giugno 2015. A “incastrare” gli arrestati anche la comparazione dei profili di Dna estrapolati dal Ris di Roma. Sono sei le rapine contestate.

Grassi, Trono, Franchin e Polito dovranno rispondere, a vario titolo, di concorso in rapina aggravata, ricettazione, porto e detenzione illegale di arma da fuoco e lesioni personali aggravate. Sì, perché i modi impiegati erano davvero spicci.

Questi, dunque, i “colpi” addebitati al quartetto:

  1. Tabaccheria “Caliandro” – Brindisi

rapina genericAlle 18.45 del 24 febbraio 2014, quattro individui, tutti incappucciati, uno dei quali armato di fucile a canna mozzata, irruppero nella tabaccheria in via Carducci n. 55, a Brindisi, di proprietà di Andrea Caliandro. Grazie alle immagini del sistema di videosorveglianza installato all’interno della tabaccheria, è stato possibile osservare l’arrivo dei quattro rapinatori che, sotto la minaccia dell’arma, costringevano il proprietario e due clienti ad alzare le mani, impossessandosi del cellulare di uno di essi. In particolare, il rapinatore armato, in dialetto brindisino, proferiva al proprietario le seguenti parole: “Issi li sordi ci no ti sparu”. Dei restanti tre correi, uno entrava nell’ufficio e, dall’armadio blindato, portava via diverse stecche di sigarette infilandosele nel giubbotto, mentre gli altri due svuotavano le due casse del denaro contante patri a circa mille euro. Le telecamere installate presso la tabaccheria riprendevano le fasi della rapina e i tre rapinatori da diverse angolazioni. Grazie all’analisi delle immagini – comparate con i filmati di altre  rapine commesse nel territorio nel medesimo arco temporale – emergeva un inconfutabile elemento probatorio che consentiva di identificare senza ombra di dubbio uno degli autori, ossia Antonio Grassi. Dai fotogrammi emerse che uno dei rapinatori presentava un tatuaggio raffigurante un elmo romano sul dorso della sua mano destra. Osservando attentamente le immagini in cui lo stesso veniva ripreso nella tabaccheria “Caliandro” con il fucile spianato (imbracciato con la mano sinistra essendo il malvivente mancino), difatti, era possibile notare che l’indagato stendeva ripetutamente il braccio destro verso il basso proprio nel tentativo di far scivolare la manica del giubbino sul dorso della mano per nascondere il tatuaggio;

  1. Supermercato “Dok” – Mesagne
Antonio Grassi
Antonio Grassi

Alle 19.15 del 4 marzo 2014, cinque individui a bordo di un’autovettura di colore grigio scuro raggiunsero il supermercato “Dok”, a Mesagne, in via Marconi 118; entrati nel parcheggio del supermercato, effettuarono una repentina manovra e posizionarono l’autovettura pronta per la fuga. Uno dei cinque rapinatori rimase alla guida dell’auto, mentre i restanti quattro – di cui uno armato di fucile a canna mozzata, l’altro di pistola ed un terzo di taglierino – raggiunsero l’interno del supermercato e, direttisi verso le casse, intimarono al cassiere (che nella circostanza era il direttore del locale), di consegnargli il denaro contenuto. La vittima consegnò immediatamente il cassetto a scomparti della cassa da lui gestita, contenente banconote e monete di vario taglio. Poi, i rapinatori gli intimaroni di prendere il denaro dall’altra cassa, che tuttavia era chiusa per un sistema di chiusura computerizzato; uno dei malviventi, quindi, colpì il malcapitato con un violento schiaffo sull’orecchio destro procurandogli la doppia perforazione del timpano, con conseguente indebolimento permanente dell’udito. In tale frangente, poi, la cassa si aprì e i malviventi riuscirono a prelevare anche il denaro in essa custodito; inoltre, uno dei tre rapinatori – ossia quello armato di fucile  – si fece consegnare da un cliente lì presente  il portafoglio e, dopo averlo visionato, glielo restituì gettandoglielo addosso. Dopo avere preso il denaro dalle casse (pari a 1.771,58 euro), si dettero a precipitosa fuga, salendo a bordo dell’auto che li attendeva all’uscita del supermercato. Anche per questa rapina si è statu in grado di giungere all’identificazione di Grassi proprio grazie al tatuaggio sul dorso della mano destra che, dalla visione delle immagini, si intravedeva nel momento in cui il rapinatore scagliava il portafogli contro uno dei clienti del supermercato. Lo stesso rapinatore, inoltre, impugnava il fucile con la mano sinistra come nelle altre rapine (essendo mancino).

  1. Supermercato “Super Brio” in Torchiarolo
Francesco Franchin
Francesco Franchin

Dopo soli tre giorni dalla rapina perpetrata a Mesagne e, precisamente, la sera del 7 marzo 2014, tre individui incappucciati scendevano da una autovettura Lancia Lybra SW di colore scuro e si dirigevano di corsa verso le porte scorrevoli del supermercato “Brio”, ubicato in Torchiarolo, alla via Brindisi. Uno di questi era armato di fucile. La porta automatica non si apriva e quindi, non riuscendo ad entrare, i tre malviventi risalivano in macchina e si allontanavano velocemente a bordo dell’autovettura Lancia Libra, condotta dal quarto rapinatore che era rimasto alla guida dell’auto, pronto alla fuga. Dalla visione di alcuni fotogrammi era possibile individuare il tipo di autovettura utilizzata dai rapinatori, ossia una Lancia Lybra SW di colore grigio, così come peraltro indicato da un testimone. Alle ore 01.45 del successivo 8 marzo, quindi dopo poche ore dalla tentata rapina, una pattuglia del Nucleo Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Brindisi, nel transitare sulla complanare della SS 613, giunta all’altezza dello svincolo per il quartiere Bozzano, rinveniva in stato di abbandono una Lancia Lybra SW di colore grigio targata CS915HD, risultata oggetto di furto commesso presso i parcheggi dell’aeroporto di Brindisi e denunciato, in data 25/02/2014, presso la Stazione Carabinieri di Cisternino. Dopo una più accurata ispezione del mezzo, poi, venivano ritrovati  e sottoposti a sequestro due passamontagna, due paia di guanti  ed un cacciavite. Il Reparto Investigazioni Scientifiche di Roma, esaminati i reperti in sequestro, riusciva ad isolare alcuni profili di DNA corrispondenti a quelli dei quattro indagati.

  1. Tabaccheria “Leo” in San Donaci
Vincenzo Trono
Vincenzo Trono

La sera del 15 aprile 2014 veniva perpetrata un’altra rapina a mano armata. Tre individui, tutti travisati, due dei quali armati rispettivamente di una pistola e di un fucile a canna mozzata, facevano irruzione all’interno della tabaccheria sita in San Donaci, via Cellino n. 96, al cui interno vi era il titolare, i familiari dello stesso ed un cliente. I rapinatori si impossessavano di circa 3.000,00 € in contanti, di alcuni blocchetti della lotteria gratta e vinci, di alcune stecche di sigarette e di un iPhone 4S di proprietà della figlia del titolare. Quando ancora i tre rapinatori si trovavano all’interno del negozio, la figlia riferiva di essere riuscita ad inviare il segnale  di allarme all’istituto di vigilanza: i rapinatori, accortisi di ciò, si davano alla fuga salendo a bordo di una Fiat Tipo di colore grigio scuro, della quale le vittime riuscivano a leggere e ricordare la targa “Roma 4497..”. Tra i beni oggetto della rapina, inoltre, vi era l’Iphone della figlia del titolare, dotato di sistema per il rintraccio con tecnologia GPS (trova my-iPhone); alle ore 00:05, il cellulare risultava acceso e localizzato in Brindisi, tra via Benvenuto Cellini e via Luigi Spazzavan. Immediatamente veniva inviata sul posto una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile della locale Compagnia carabinieri. I militari rinvenivano nel sotterraneo del complesso residenziale popolare di via Benvenuto Cellini l’autovettura oggetto di ricerca, ossia una  Fiat Tipo di colore grigio, che risultata essere targata “Roma 44973Z, a già segnalata quale oggetto di furto alle precedenti 23:00 del medesimo giorno. L’ispezione interna del veicolo consentiva, inoltre, di rinvenire una manica di maglione di colore celeste in cotone con un nodo all’estremità superiore e due fori centrali per gli occhi. Nel corso del sopralluogo non veniva rinvenuto, in nessuno dei luoghi, l’Iphone sottratto. Il successivo 17 aprile 2014, la figlia del titolare contattava il “112” riferendo che il sistema di localizzazione del suo Iphone risultava nuovamente attivo e che l’apparecchio risultava essere in Brindisi, alla via Benvenuto Cellini. I carabinieri del Nucleo Operativo di Francavilla Fontana si recavano nuovamente sul posto e, dopo un accurato sopralluogo, riuscivano a trovarlo nel terreno prospiciente il complesso popolare di via Benvenuto Cellini, proprio di fronte l’abitazione di GRASSI Antonio. All’esito della visione dei filmati, dunque, si poteva notare che uno dei rapinatori era armato con un fucile ad unica  canna mozzata, impugnato  con la mano sinistra; sul dorso della mano destra del medesimo rapinatore era visibile, altresì, il tatuaggio raffigurante l’ELMO Romano, ossia il tatuaggio di GRASSI Antonio. Il passamontagna di colore celeste rinvenuto all’interno dell’autovettura Fiat Tipo,  sottoposto a sequestro, risultava compatibile con quello indossato dal soggetto raffigurato nei fotogrammi. Lo stesso passamontagna veniva  inviato al RIS Carabinieri di Roma che riusciva ad estrarre un solo profilo genetico che risultava corrispondente a quello di POLITO Alfonso.

  1. Tabaccheria “Mordi e Fuggi” in Mesagne
Alfonso Polito
Alfonso Polito

Alle ore 20.45 del 3 maggio 2014, tre individui travisati con passamontagna di colore scuro ed armati di pistola perpetravano una rapina ai danni della tabaccheria “Mordi e Fuggi”, sita in via Marconi n. 219 di Mesagne impossessandosi mdi 9.650,00 €. Visionando le immagini dell’impianto di videosorveglianza presente all’interno della tabaccheria rapinata, venivano subito notati alcuni dettagli che erano stati già osservati in alcune precedenti rapine. In particolare, uno dei rapinatore indossava lo stesso giubbino smanicato utilizzato nel corso della rapina ai danni del supermercato “DOK” di Mesagne e che, nel corso  delle indagini, si appurava essere di GRASSI Antonio. Inoltre, dalle immagini si poteva constatare che il medesimo rapinatore aveva un tatuaggio sul dorso della mano destra proprio come GRASSI Antonio, che così come già evidenziato,  ne possiede uno esattamente sul dorso di tale mano, raffigurante l’elmo romano.

Tutti e quattro i destinatari del provvedimento si trovano già ristretti in carcere poiché arrestati il 23 febbraio u.s. nell’ambito dell’operazione “The Beginners” della Questura di Brindisi.

  1. Rapina Banca Popolare Pugliese in Tuturano
Il tatuaggio che ha di fatto "incastrato" Grassi
Il tatuaggio che ha di fatto “incastrato” Grassi

Il 7 aprile 2015, alle ore 11.30, un individuo, con il volto travisato ed armato di pistola, irrompe all’interno della filiale della Banca Popolare Pugliese ubicata nella frazione brindisina di Tuturano. Il malvivente, con una mossa fulminea, saltava il bancone raggiungendo le due impiegate presenti che venivano costrette a sdraiarsi a terra. Il rapinatore afferrava il denaro presente nella cassaforte aperta, risaltava al di là del bancone continuando ad intimare ai clienti presenti di non muoversi e di dileguava. La somma asportata ammontava a 12.965,00 €. Il minuzioso sopralluogo effettuato dai militari della locale Stazione Carabinieri con l’ausilio di personale specializzato del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di brindisi consentiva di rinvenire e repertare alcune impronte sul vetro delle basi di appoggio delle postazioni delle cassiere. Dagli accertamenti tecnici esperiti emergeva che le impronte corrispondevano a quelle del mignolo e dell’anulare di FIACCONE Vitantonio. Il FIACCONE, fra l’altro, si trovava, allo stato, ristretto in regime di arresti domiciliari poiché arrestato in flagranza dai Carabinieri di Tuturano il 19 agosto 2015, proprio all’interno dello stesso istituto di credito, nel corso di un tentativo di rapina.

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