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Scu 2.0, dalle estorsioni ai danni dei giostrai alle discoteche: dettagli, intercettazioni e accuse

villetta torre

Dai fruttivendoli ambulanti ai giostrai, alle discoteche. L’importante era che qualcosa incassassero. E parte di quel qualcosa doveva finire a loro, i beginners, i principianti di una Sacra corona unita – riveduta e corretta – che da quella storica sembrerebbero aver preso le mosse.

Così, capitava che i Ciampi, con a capo Luca Ciampi, chiedessero il pizzo ai titolari di una rivendita ambulante di frutta e verdura con sede Brindisi, minacciati e percossi.

Ma, a monte c’era la “protezione”. Così, sempre i Ciampi, sono riusciti a rintracciare gli autori di un furto commesso ai danni di una tabaccheria del rione Paradiso di Brindisi nel giugno 2013 e, dopo averli costretti con le cattive a restituire parte della refurtiva (del valore di circa 9mila euro in sigarette) e una somma di denaro a integrazione, hanno trattenuto per sé proprio la somma di denaro per il “fastidio”. Il resto della merce è stata invece restituita al tabaccaio. Ma c’erano persino le giostre nel mirino di questa nuova Scu.

12741909_761079827369630_7360629768359762762_n-1Nell’agosto-settembre 2013, in un “pizzico” Luca Ciampi ha disposto che i giostrai della festa patronale di San Teodoro, a Brindisi, avrebbero dovuto consegnare loro un “tot” di biglietti che sarebbero stati distribuiti tra i sodali e le loro famiglie.

A Torre Santa Susanna, invece, oggetto di particolare attenzione era stata la villetta di campagna proprietà di un torrese, il quale aveva in precedenza contratto un importante debito relativo alla compravendita di auto usate con Tobia Parisi (un altro degli arrestati). Sta di fatto che a un certo punto, quell’immobile – oggi posto sotto sequestro – passò nella disponibilità del presunto sodalizio criminale e che, stando alle risultanze investigative, fu usato anche come rifugio dal latitante Daniele Vicientino, elemento di spicco della frangia Scu dei “Mesagnesi”.

Un occhio particolare, poi, specie nel periodo estivo, era riservato alle discoteche. Nella fattispecie, l’Aranceto di Rosa Marina, il Mashad di Pantanagianni (Brindisi) e il Poison di Mesagne. Non poteva esserci discussione: i parcheggi spettavano a Tobia Parisi, a Veronica Girardo e ai loro uomini. E si lavorava che si lavorava.

La sera del 6 agosto 2013, inoltre, fu incendiato un garage condominiale in via Modigliani a Brindisi. Il chiaro messaggio intimidatorio nei confronti del proprietario servì, secondo gli investigatori, a far acquisire al clan di Ciampi prestigio agli occhi di chi – nella circostanza, un’amica – gli si era rivolto per valere le sue ragioni a fronte di alcuni banali dissidi privati. Era stata, insomma, fatta “giustizia”.

Un ruolo importante negli affari di famiglia era affidato alle donne, in particolare alle compagne dei “capi” Luca Ciampi e Tobia Parisi: rispettivamente Tamara Niccoli e Veronica Girardo. Secondo gli agenti della Questura di Brindisi, con le cui analisi hanno poi concordato sia il pubblico ministero, sia il giudice delle indagini preliminari, esse hanno garantito i contatti e consolidato il legame tra i due leader, anche esponendosi in prima persona. I fini sono stati così schematizzati: sostenere economicamente gli affiliati detenuti e i loro familiari; mediare tra gli associati liberi e i capi in carcere nel supremo interesse del sodalizio; gestire materialmente i proventi delle attività illecite. In alcune tra telefonate e intercettazioni ambientali, il senso delle tesi accusatorie:

Tamara Niccoli in una telefonata: «Adesso dobbiamo stringere i denti, non è che puoi mantenere 18 famiglie…». E poi in una conversazione ambientale: «Eh, casomai prende il vizio, voglio gli altri, voglio gli altri…». E ancora: «Io dieci minuti vengo di casa tua, ti faccio uno squillo ed esci così ti do i soldi del verbale, del mangiare e del coso che mi hai chiesto oggi…». E poi: «Senti una cosa… Ieri mi sono sentita con Veronica per messaggi e ha detto di scrivergli al marito…». Così, invece, Tobia Parisi: «Sai come me la trovo quella casa? (…) Che loro non avevano soldi e me la sono presa…». Veronica Girardo (in risposta a Parisi): «Un modo sbagliato di acquisto… ma è un modo!».

Nel pomeriggio del 29 marzo 2013, in piazza Locchi (rione Paradiso) a Brindisi, furono esplosi tre colpi di kalashnikov contro una Fiat 600 parcheggiata in strada (di proprietà di una donna). Poco prima, un residente nella stessa piazza era stato rapinato del suo Yamaha T-Max. Secondo investigatori e inquirenti, chiarissimi gesti intimidatori.

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Alberto Santacatterina della Dda di Lecce e dal sostituto procuratore Valeria Farina Valaori della Procura di Brindisi, sono partite dall’intercettazione di colloqui in carcere da parte di Andrea Reho, arrestato il 5 aprile 2013 per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti ed evasione. Dalle sue conversazioni è emerso come esistesse un accordo criminale tra Ciampi e Parisi, i cui referenti agivano secondo il modus operandi tipico delle organizzazioni mafiose. Sono anche stati intercettati e sequestrati in carcere alcuni “pizzini”. In alcuni di essi, scritti di pugno proprio da Ciampi, anche nuove affiliazioni ed elevazioni di rango di alcune delle persone già affiliate.

E poi ci sono telefonate, “pizzini” e captazioni ambientali che fanno propendere per la teoria dell’associazione:

Luca Ciampi al telefono: «No, compa’, lo devi dire che ho portato un po’ di economia da queste parti…». E in un pizzico: «La nostra famiglia sarà sempre la migliore in assoluto anche se il nostro amato nonno Antonio (Antonio Vitale) e il nostro amato padre (Daniele Vicientino) non ci saranno, ci sarai tu e io sempre con amore al tuo fianco per portare tutto avanti e pronti a tagliare in due a chi si permetterà solo a guardarci a noi e a tutti i nostri amici…». Claudio Pupino al telefono: «La sera con noi devi stare… Con la famiglia…». Un altro pizzico di Ciampi: «Comunque siamo diventati tantissimi e tutti buoni e seri… ho carta bianca… mi raccomando, strappate subito questa lettera». Antonio Grassi in un’intercettazione ambientale: «Vedi che stiamo terrorizzando lo stesso…». E ancora, sempre lui: «Dobbiamo badare a guadagnare adesso, ché stiamo aiutando i ragazzi in galera, compa’…».

Sempre nella mattinata odierna sono state sequestrate preventivamente 39 auto presso la concessionaria “Carlucci Car” a Carovigno.

Il 29 luglio 2013, invece, era stato recuperato e sequestrato un fucile a canne mozze nella disponibilità del clan Ciampi. L’arma, rubata nel 2008 a Bologna, era stata avvolta in un telo di colore giallo e nascosta nel cassone di un autocarro in disuso parcheggiato in via Bodini, a Brindisi. Sarebbe stata presa e utilizzata alla bisogna.

Non solo estorsioni, intimidazioni e protezioni. Nell’ampia gamma di attività criminali ci sarebbe stato anche lo spaccio di stupefacenti. In particolare, marijuana, cocaina e hascisc ad opera del clan di Ciampi. Considerevoli quantitativi sono stati sequestrati nel corso delle indagini e numerose persone sono state segnalate quale assuntrici alla Prefettura di Brindisi. Secondo polizia e magistratura, lo spaccio avrebbe rimpinguato le casse del sodalizio criminale.

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