«Con lui se n’è andato un grand’uomo, di un’eleganza senza pari».
Pompeo Cavallo, padre del consigliere Giuseppe (capogruppo di Ncd-Ap) aveva 86 anni e sua moglie Carmela Lonoce di 76 anni, i suoi otto figli (un altro, Angelo, morì d’incidente stradale in motorino all’età di 13 anni), i suoi 23 nipoti e i suoi tre pronipoti, gli hanno oggi tributato dei funerali d’altri tempi. Secondo l’espressa volontà del “Barone”.
Sei destrieri bardati a lutto, quattro bianchi e due scuri, a capo di un nutrito corteo funebre e accompagnati da una colonna sonora altrettanto caratteristica, sono partiti questo pomeriggio dalla chiesa del Carmine alla volta del cimitero di via San Vito dei Normanni, fino alla cappella di famiglia, quella in cui giacciono Santo Cavallo e Rosa Leo, genitori di Pompeo e nonni di Giuseppe.
Grossista di olio e vino sulle orme paterne, quando ancora olio e vino erano prodotti “poveri”, Pompeo ha con orgoglio tentato di nascondere sino all’ultimo i suoi malanni. Era fatto così. Un problema alla spalla di un paio d’anni fa è però degenerato in complicazioni che, alla lunga, hanno preso il sopravvento anche su di lui, che non ha smesso di combattere – raccontano i suoi cari – fino alla fine dei suoi giorni.
Ai tempi dell’ultima amministrazione guidata da Vincenzo della Corte gli era stata anche conferita una sorta di onorificenza alla carriera, per lui che aveva cominciato a lavorare già quando indossava i calzoni corti. Da un certo momento in poi, a casa sua, ma anche tra quanti lo conoscevano, Pompeo era semplicemente “Il Barone”: «Non l’abbiamo mai visto indossare dei jeans o vestito casual e sul capo teneva sempre un “borsalino” – raccontano i suoi cari – così da un certo punto in poi abbiamo cominciato a definirlo in questo modo».
E sono state esequie d’altri tempi, da “barone” per l’appunto, quelle celebrate in suo onore quest’oggi. Sei cavalli a tirare una carrozza funebre tra il gotico e il barocco, all’interno il feretro e, poco più avanti, la banda a cadenzare i tempi con una marcia da kolossal. Sei cavalli e non i “soli” quattro che già accompagnarono nell’oltretomba don Santo. Un cruccio che Giuseppe, fratelli e sorelle si sono tolti, quello dei cavalli: quando morì nonna Rosa, una serie di circostanze non aveva consentito loro di riservarle lo stesso trattamento riservato in precedenza proprio a don Santo. Così, all’epoca ne nacque una promessa: «Papà e mamma, quando tra 100 anni ve ne andrete voi, non ci saranno quattro, ma sei cavalli ad accompagnarvi nel vostro ultimo viaggio».
Così è stato, così sarà. A casa Cavallo con gli antenati non si scherza, con i cavalli neanche. Le più sentite condoglianze.
Intanto, la famiglia ringrazia tutti gli amici e le personalità che sono accorse anche da fuori per dare l’addio al “Barone” e per abbracciare i suoi successori.