Niente scarico a mare. Le proteste delle comunità locali, accolte dalle amministrazioni, hanno finalmente – e si spera definitivamente – avuto il sopravvento. Sì al depuratore, ma le acque cristalline dello Jonio resteranno esclusivo appannaggio dei bagnanti e dei turisti, sempre più numerosi. La schiarita, che era comunque nell’aria da tempo, è giunta stamane nel corso di un incontro tra gli amministratori dei Comuni di Manduria e Avetrana e i funzionari dell’Acquedotto pugliese, tra i quali il vicedirettore Lorenzo De Santis. In estrema sintesi, si ovvierà alla condotta sottomarina grazie ai progetti alternativi dei pozzi sperdenti e delle trincee drenanti. Le acque di depurazione, portate al livello massimo (tabella 4), finiranno per essere reimpiegate in agricoltura.
Il collettore sarà realizzato in zona Urmo Belsito (Avetrana) e i reflui convogliati verso Masseria La Marina. A metà strada finiranno un una vasca di accumulo del Consorzio di bonifica dell’Arneo, mentre il cosiddetto “troppo pieno” sarà smaltito appunto tra pozzi sperdenti (proposta del geologo Mario Del Prete) e trincee drenanti (proposta dell’ingegner Carmelo Delli Santi). Nel corso dell’incontro di stamane, tenutosi a Manduria, c’è anche stata una telefonata del presidente della Regione, Michele Emiliano, il quale ha garantito il suo impegno per la modifica del progetto che prevede lo scarico a mare.
Una soluzione, quella di cui si è discusso oggi, che ha lasciato soddisfatti tanto i manduriani quanto gli avetranesi e i savesi. Sava, infatti, avrà comunque il suo depuratore. Ora la palla passerà ad Aqp, poi a Regione e Ministero dell’Ambiente (che dovrà accordare una deroga rispetto al divieto di sversare nel sottosuolo i liquidi fognari), infine ai Consigli comunali delle comunità coinvolte. Soddisfazione è stata espressa dai sindaci di Manduria, Roberto Massafra, accompagnato dagli assessori Luigi De Donno e Amleto Della Rocca, e di Avetrana, Mario De Marco, oltre che dal suo vice Alesssandro Scarciglia.