Curto (Udc): «Se il Laboratorio è un’accozzaglia, stop alle esperienze di Francavilla e della Provincia»

Euprepio Curto, consigliere comunale Progetto per l'Italia
Euprepio Curto, consigliere comunale Progetto per l’Italia

Se, come ha scritto a chiare lettere il senatore Tomaselli, il cosiddetto Laboratorio si è rivelato una accozzaglia, coerenza vuole che quanto dichiarato dal più autorevole esponente politico del Pd in terra di Brindisi produca una prima immediata conseguenza: la fine delle grame esperienze di Francavilla Fontana e della stessa Provincia”.

A dichiararlo è l’ex senatore Euprepio Curto – commissario provinciale Udc a Brindisi – a margine dei commenti succedutisi a seguito della vicenda che ha visto coinvolto l’ex Sindaco di Brindisi.

“Avrà il coraggio il Pd brindisino – ha commentato Curto – di voltare pagina dopo essersi assunto la responsabilità politica di rompere traumaticamente l’area di competenza della sinistra tradizionale?”.

“Personalmente non sono contrario alle contaminazioni politiche – ha proseguito l’ex senatore -, ma queste devono costituire il frutto di scelte determinate dalla eccezionalità di alcuni periodi storici, o comunque frutto di intense e sofferte rielaborazioni sociali, politiche e culturali, altrimenti, quando – come lucidamente dice Tomaselli – si approda alle contaminazioni solo per giustificare gli interessi del momento, in effetti lo scenario diventa disastroso”.

“Su un aspetto, però – incalzato Curto – non concordo con Tomaselli: quando attribuisce capacità salvifiche ad una presunta nuova classe dirigente, di cui a Brindisi soprattutto si fa fatica a distinguerne i contorni. Beninteso, se si affaccerà sul palcoscenico politico un volto nuovo capace di interpretare, prima, e di realizzare, poi, i sogni dei brindisini, ben venga. Ma esprimere apoditticamente cieca fiducia nel cosiddetto nuovo a me pare esercizio politico privo di prospettive”.

“Brindisi – ha concluso l’ex senatore – di tutto ha bisogno, ad eccezione di volti anagraficamente giovani, ma politicamente rugosi. Così come non ha bisogno di salvatori della patria, pronti ad abbandonare la scialuppa alla prima increspatura da onda anomala. Ha bisogno di persone oneste (ma che dell’onestà non ritengano di averne il monopolio), di uomini (o donne) maturi, e soprattutto consapevoli delle ardue difficoltà da affrontare. Il resto lo dovrà fare la città di Brindisi, lasciando a casa disonesti, profittatori, voltagabbana, e comunque tutta quella genìa che dovrebbe restare ai margini della Politica. Di tutta la Politica, ad iniziare da quella brindisina”.

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