Sul capitolato con la cooperativa Koiné, gestore del servizio parcheggi a pagamento, di cui si era lamentato nei giorni scorsi il sindaco Maurizio Bruno – «Ho le mani legate per colpa della precedente amministrazione di centrodestra» – prende posizione il vice capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale Mimmo Bungaro, dopo che ieri su facebook si era già espresso, alla sua maniera, l’ex sindaco e consigliere comunale Mario Filomeno:
«Le bugie hanno le gambe corte – dice Bungaro – e Bruno ha collezionato l’ennesima figuraccia tentando di giustificare la sua incapacità e la sua inadeguatezza nel gestire e risolvere i problemi della comunità. Secondo lui è sempre colpa di qualcun altro. La crisi della Santa Teresa è colpa della Regione Puglia e di Emiliano, i problemi della Provincia dipendono dal governo centrale e da Renzi».
«Sul caso Koiné, invece, è colpa dell’amministrazione della Corte, ma non sa Bruno di offendere principalmente l’intelligenza dei lavoratori. Vuol far credere che la passata amministrazione avesse siglato un atto contro i dipendenti citando l’articolo 4 del contratto stipulato tra Comune e società, inserito a salvaguardia del bilancio dell’ente…».
«In parole povere – prosegue l’ex vicesindaco – se non fosse stata inserita quella clausola, la società avrebbe potuto tranquillamente indebitarsi creando pericolosi squilibri finanziari per il Comune».
«Se così non fosse stato, caro sindaco, neanche tu avresti messo nel capitolato speciale del servizio di supporto per la riscossione dei tributi (ex Cerin), agli articoli 5 e 6, clausole simili che rispettano appieno la normativa. Comprendo che per te l’onestà intellettuale è un qualcosa di inutile, ma ricordo a me stesso come lo scorso 7 agosto tu, sindaco Bruno, rispondesti a un’interrogazione del sottoscritto dicendo che “non c’erano difficoltà e che la società avrebbe sanato il debito”. Tant’è che la stessa, in stato di liquidazione, ha pensato bene di aumentare addirittura il personale con il beneplacito dell’amministrazione».
«Ma la cosa più disonesta – conclude – è che Bruno sfrutta una potenziale “tragedia” per i lavoratori raccontando ancora una volta menzogne, e le menzogne, caro sindaco, in politica sono sinonimo di… paura».