«Io non mi sposto, sono stato eletto a sinistra e dagli elettori di sinistra, quindi resto esattamente nel posto che ho occupato finora: se proprio ci tengono a stare vicini ai loro nuovi alleati, si spostassero quelli del Pd, dato che sono stati loro ad accostarsi alla destra». Il consigliere comunale Emanuele Modugno, di Rifondazione comunista, passato all’opposizione, proprio non ne ha voluto sapere questo pomeriggio di abbandonare il suo scranno per occuparne un altro alla sua destra, dove siedono Euprepio Curto, Domenico Attanasi, Antonio Sgura, Mimmo Bungaro, Antonio Andrisano e Gianni Capuano. Al fianco di Modugno, convinto proprio da quest’ultimo, è rimasto anche Luigi Fanizza (Sel), anch’egli oggi all’opposizione. A causa del loro rifiuto di cambiare “ala” nell’aula consiliare, non hanno potuto accostarsi fisicamente, oltre che idealmente, agli altri colleghi di maggioranza (Pd e Noi ci siamo) neppure i consiglieri di Area popolare – Nuovo centrodestra Giuseppe Cavallo e Dario Mancino (quest’ultimo subentrato ufficialmente a Luigi Galiano, nominato assessore, proprio nel corso della seduta odierna). Nessun problema, invece, per Oronzo Incalza che, salvo improbabili ripensamenti, non dovrebbe dar manforte all’amministrazione Bruno-bis. Per la cronaca, oltre alla surroga di Galiano, oggi c’è stata anche quella di Paola Andriulo, dimessasi da consigliera democratica proprio dopo l’apertura dei suoi ad Ap-Ncd. Al suo posto nelle assise è entrato il primo dei non eletti Giuseppe Giacovelli, che tra quei banchi si era già seduto all’indomani del turno di ballottaggio 2014, salvo essere poi disarcionato a seguito del ricorso al Tar presentato dalla compagna di partito Mimma Forleo. Una sentenza la cui interpretazione ha dato la stura a un accenno di dibattito: sempre secondo Modugno, non avrebbe dovuto essere, stando a quanto scritto nel provvedimento, Giacovelli a prendere il posto di Andriulo, bensì alla luce dei riconteggi Loredana Marinosci. A una lettura più approfondita del testo ha però messo d’accordo tutti sul fatto che l’ingresso in Consiglio spettasse effettivamente a Giacovelli.
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