di Girolamo Bax
Com’era bella, prima, la politica francavillese! Un monolite. Chi saliva al potere, poi ci restava 30 anni. Ai tempi di Facebook, invece, dopo 18 mesi ci si sfalda.
Sono passati quei tempi in cui un’amministrazione durava una vita. Sono finiti i tempi in cui per l’ideologia a Francavilla ci si menava e, purtroppo, in un’occasione ci scappò anche il morto. A Francavilla l’era più lunga l’abbiamo avuta con Peppo e Antonio. Il primo segretario della Dc, il secondo segretario del Pci. Ai loro tempi non si sarebbe mai finiti sulla bocca di tutti per togliere quattro posti di lavoro a chi un lavoro lo aveva già. Loro, Peppo e Antonio, i posti li avrebbero moltiplicati. E, così, all’ospedale non si assumevano mai meno di tre infermieri. Due da una parte, uno dall’altra purché muniti di tessera. Cencelli.
Poi arrivò il pontiere Mimmo, il figlio del compromesso storico francavillese che traghettò Francavilla dalle segreterie di partito all’egemonia degli oligarchi Uccio e Gino. E lì, addio Cencelli: nessuno avrebbe mai fatto un comunicato stampa per raccontare quale fosse il giusto e opportuno metodo per assumere.
Infine arrivò Maurizio che mise fine a 70 anni di centrodestra francavillese e diede vita ad una nuova stagione politica. Vide la luce una coalizione “social”. Con il social-Maurizio speravano tutti in un cambio di passo, ma sembra che in 70 anni sia cambiato principalmente il “medium” .
Prima non si dormiva la notte per capire come uscire al mattino sulle pagine dei giornali, ma se non avevi un giornalista-amico per ogni foglio locale, era difficile vedere la tua foto sui quotidiani della provincia. Se proprio eri bravo, qualche volta ci scappava anche la prima pagina. Vi era però un certo rigore: la notizia ci doveva stare e, se la sparavi troppo grossa o raccontavi qualcosa che avrebbe potuto comportare una denuncia per diffamazione o stimolare l’interesse della Procura, il giornalista te la cassava all’istante. I comunicati stampa autoprodotti finivano nel cestino. Il politico che si rispettava aveva un addetto stampa, anche se nessuno lo sapeva e poi finiva che avevano tutti lo stesso addetto stampa il quale, avendo capito che per essere un buon politico sarebbe bastato un buon comunicato, alla fine non ha fatto più comunicati per alcun politico ma solo per se stesso diventando il sindaco del capoluogo di provincia.
Poi però arrivò Zuckerberg che sconvolse le regole della politica. Così, mentre Uccio, Gino e Massimo inseguivano i giornali, non si accorsero che più efficaci della Gazzetta e del Quotidiano c’erano i quotidiani online e Facebook. Se ne accorse Maurizio che cominciò a fare la collezione dei “mi piace” diventando il politico “social”, il piccolo Renzi della provincia di Brindisi. La cosa fu un successo: sindaco, presidente della Provincia e segretario provinciale del Pd.
Purtroppo, chi di social ferisce di social perisce e, nonostante abbia assunto un bravo giornalista (non per nulla scriveva sullo Strillone) per migliorare il suo Italiano, gli è sfuggito il concetto che su Fb scrivono tutti e tutti taggano le foto. E, così, il social-Maurizio passerà alla storia per essere stato il primo sindaco sfiduciato per colpa di Fb e potrebbe passare alla storia anche come il primo sindaco che, a causa di tutte le cose scritte e taggate su Fb da quasi tutti i consiglieri comunali della sua amministrazione, oggi in teoria non potrebbe più allearsi con nessuno.
Fino a pochissimo tempo fa, per le “trastule” politiche si organizzavano cene nei ristoranti fuori dal paese, si andava con macchine separate e si tornava separatamente. Oggi si va a cena a Francavilla, ci si siede allo stesso tavolo, ci si fa le foto e, durante la stessa cena, si fa un social-comunicato. In virtù di quanto sopra, mi risulta un po’ difficile la realizzazione della dichiarazione d’amore di Mimmo per Maurizio dopo aver visto, su Facebook, quell’altro Mimmo a cena con Gino e quell’altro Antonio per ricomporre il centrodestra francavillese. Ancora più difficile mi risulta capire come si possa far parte della stessa maggioranza che dovrà approvare un Pug che sembra non andare tanto a genio né a Mimmo né a Luigi, come peraltro da loro apertamente dichiarato anche su Fb. E come la mettiamo con Oronzo, fuoriuscito polemicamente dal Pd?
Vuoi tu, Maurizio, rinnegare gli ultimi 18 mesi della tua amministrazione?
Come la vogliamo mettere con Sel e con il suo ultimo comunicato stampa? Mai tanta coerenza trasparì confrontando due comunicati stampa consecutivi. Carino, poi, il prof. Gerardo, anche lui pentito della sua lettera al “Caro Maurizio”. Strano che il professore, che appartiene alla generazione in cui le lettere erano strettamente personali, abbia rassegnato le dimissioni scrivendo una lettera a tutto il mondo, ma intestandola al “Caro Maurizio”. Anche lui, il professore, intellettuale di sinistra, che conosce sicuramente a menadito la Costituzione, ha optato per auto-violare (legittimamente) il diritto, anche suo, sancito dall’articolo 15 (“La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili”). Maurizio, ti puoi fidare in Consiglio di qualcuno che, come Sel, cambia così repentinamente idea?
Che dire, poi, di Rifondazione Comunista che ha scambiato Fb per la Procura e che ha deciso di denunciare Maurizio prima ancora che il presunto reato si consumasse? E, allora, se un giorno ci dovessimo liberare del patto di stabilità e dovessi tu, Maurizio, avere la fortuna di poter assumere qualcuno, come fai poi a dividerti i papabili con i tuoi compagni di coalizione se questi “pettegoli” di Rifondazione postano tutto e subito su Fb? Mauri’, mi dispiace ma anche loro non possono più stare in coalizione con te.
Non ti resta che il Movimento 5 stelle. Lì puoi stare tranquillo. Anche quell’altro Maurizio fa i comunicati stampa, ma per fortuna non arrecano danno a nessuno né ne arrecheranno in futuro. Ho scoperto che il testo della sua ultima lettera, anche quella rigorosamente social ma senza un destinatario (forse lui l’art. 15 della costituzione lo conosce, ma gli sfugge il concetto di plagio) è copiato fedelmente, ma a salti, dal “Libro Bianco del Governo delle Città Italiane”. Con lui puoi stare tranquillo perché se continua a copiare da qui http://www.consiglioscienzesociali.org/public/files/governo-citt-territorio/LB-GOVERNO-DELLE-CITTA-CSS-2011.pdf, non potrà fare danno.
Mauri’, mi dispiace ma non puoi più allearti con nessuno. Non fare il Marino della situazione, anche perché Francavilla non è Roma, e dichiara irrevocabili le tue dimissioni.
P.S.: Mauri’, sta scherzu. Alleati con chi vuoi tu perché oggi le scelte politiche si fanno in base ai mi piace su Fb e con chiunque dovessi fare una coalizione, anche con Gino e Uccio, i tuoi 300 “mi piace” per post non te li toglierà mai nessuno.