I tentacoli della mala contro quelli della polizia, con quelli dei secondi che questa sera, a Oria, hanno avuto la meglio su quelli dei primi: il 43enne Claudio Bagordo, nato a San Pietro Vernotico ma residente a Cellino San Marco, è stato preso dopo quasi tre mesi di latitanza dagli agenti della Squadra Mobile di Brindisi – I Sezione Catturandi, i quali ne seguivano gli spostamenti da almeno tre giorni. Fatale gli è stato un appuntamento nei pressi di un noto bar di via Torre Santa Susanna, dov’è giunto a bordo di una Fiat 600 in compagnia di un amico-complice intorno alle 22 di questa sera (4 gennaio 2016). Dopo essersi accertati della sua identità, i poliziotti sono entrati in azione e, al grido: “Mani in alto, polizia!”, hanno fatto scattare le manette intorno ai suoi polsi. Bagordo si è arreso all’istante e non ha opposto resistenza, quasi a voler ammettere di essere stato “fregato”. Nei confronti del suo accompagnatore, il 43enne C.F. di Oria è scattata una denuncia a piede libero. Bagordo è stato successivamente accompagnato nel carcere di Brindisi, mentre l’oritano dovrà difendersi dall’accusa di favoreggiamento. Destinato a una comunità, Bagordo aveva poi fatto perdere ogni traccia. Sulle sue tracce si sono però messi gli uomini della Questura che stasera hanno portato a casa un brillante risultato: l’arrestato, con sulle spalle un pesante curriculum criminale, è ritenuto vicino al clan Scu Rogoli-Buccarella-Campana.
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